Il tycoon ha presentato la creazione di centri per la distribuzione di aiuti a Gaza, durante l'incontro con il premier britannico Keir Starmer in Scozia. «Non c’è alcuna politica della fame nella Striscia», aveva detto il premier israeliano in un evento tenutosi a Gerusalemme sabato sera. All’Onu la conferenza per il riconoscimento della Palestina
A Gaza si continua a morire di fame e per le bombe dell’esercito israeliano. Nella notte altre 34 persone sono morte nella Striscia mentre l’Idf ha annunciato di adottare «pause tattiche» per tre giorni per far entrare gli aiuti umanitari. Nelle ultime 24 ore sono state uccise 147 persone, inclusi 88 bambini.
Tuttavia, secondo quanto riporta Haaretz, in un evento tenutosi a Gerusalemme sabato sera, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto: «Non c’è alcuna politica della fame a Gaza, e non c’è fame a Gaza».
Nel frattempo diversi leader europei, tra cui il premier britannico Keir Starmer e il cancelliere tedesco Friedrich Merz, hanno convocato riunioni di sicurezza di emergenza per discutere dell’attuale situazione nella Striscia. In Scozia Starmer ha incontrato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, al quale chiede una maggiore pressione sul governo israeliano per porre fine alla guerra e alla crisi umanitaria.
Il leader Usa ha dato notizia dell’imminente creazione di centri per la distribuzione di aiuti umanitari. Trump ha parlato di una «fame vera a Gaza», sottolineando come Israele abbia «una responsabilità significativa» sulla situazione.
I mediatori di Qatar ed Egitto, coinvolti nelle negoziazioni indirette tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, sono al lavoro per raggiungere un’intesa sull'apertura di quattro corridoi umanitari e su una tregua temporanea nella Striscia di Gaza.
A New York, intanto, nel palazzo di vetro dell’Onu si tiene oggi e domani una conferenza sulla soluzione sui due stati per la Palestina. La conferenza è co-presieduta dall’Arabia Saudita e dalla Francia.
PUNTI CHIAVE
15:24
Freedom Flotilla, 17 attivisti rifiutano il rimpatrio: iniziato sciopero della fame
14:27
Lettera aperta di 58 ex ambasciatori europei: "L'Ue agisca e riconosca lo stato palestinese"
12:12
Gli attivisti spagnoli della Flotilla rifiutano l'espulsione e andranno a processo
10:36
Il ministro Kisch: "Zero possibilità di raggiungere accordo per la liberazione degli ostaggi"
09:40
Qatar: i mediatori lavorano per una tregua umanitaria
09:10
Netanyahu: "Non c'è fame a Gaza"
La Francia: "Non c'è alternativa" alla soluzione dei due stati
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha dichiarato che non esiste "alternative" alla soluzione a due stati per Israele e Palestina, mentre inaugurava una conferenza delle Nazioni Unite sulla questione.
"Solo una soluzione politica a due stati contribuirà a rispondere alle legittime aspirazioni di israeliani e palestinesi a vivere in pace e sicurezza. Non c'è alternativa", ha affermato.
Il segretario generale dell'Onu: "Nulla può giustificare la distruzione di Gaza"
Intervenendo all’apertura della conferenza Onu sulla pace in Medio Oriente, il Segretario generale Antonio Guterres ha lanciato un appello alla comunità internazionale: “Israele e Palestina si trovano a un punto di rottura, e la soluzione a due stati è oggi più lontana che mai”.
Guterres ha riconosciuto le enormi difficoltà del momento: “Il conflitto israelo-palestinese dura da generazioni, sfida le speranze, la diplomazia, il diritto internazionale stesso. Ma non è inevitabile: può essere risolto”.
Riferendosi alla devastazione in corso nella Striscia di Gaza, ha sottolineato: “Nulla può giustificare la distruzione che si è verificata sotto gli occhi del mondo”. E ha ribadito che “proprio per questa tragica realtà, è ancora più urgente costruire una soluzione politica basata su due stati”.
“La conferenza di oggi", ha detto il segretario, "è un’occasione rara e indispensabile per rimettere in moto la volontà politica globale".
Intervenendo all'apertura della conferenza delle Nazioni Unite a New York, il Segretario generale Antonio Guterres ha affermato che Israele e Palestina si trovano a un "punto di rottura" e che la soluzione dei due stati è più lontana che mai.
"Siamo qui oggi con gli occhi ben aperti, pienamente consapevoli delle sfide che ci attendono", ha detto Guterres. "Sappiamo che il conflitto israelo-palestinese dura da generazioni, sfidando le speranze, sfidando la diplomazia, sfidando innumerevoli risoluzioni e, di fatto, sfidando il diritto internazionale".
Ma "la sua persistenza non è inevitabile. Può essere risolta", ha affermato, aggiungendo che la realtà della guerra a Gaza rende ancora più urgente la creazione di una soluzione a due stati.
"Nulla può giustificare la distruzione di Gaza che si è verificata davanti agli occhi del mondo", ha affermato Guterres. "Proprio a causa della triste realtà, dobbiamo fare ancora di più per realizzare la soluzione dei due stati. ... La conferenza di oggi è un'opportunità rara e indispensabile".
Bilancio delle vittime: 65 morti dall'alba
Secondo quanto riferito da fonti mediche, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 65 persone dall'alba di questa mattina. Tra le vittime, 23 erano richiedenti aiuto.
Trump: "Hamas usa gli ostaggi come scudo, Netanyahu deve garantire l’arrivo degli aiuti a Gaza”
Donald Trump, parlando accanto al primo ministro britannico Keir Starmer, ha commentato la crisi a Gaza rispondendo alle domande dei giornalisti durante una conferenza stampa in Scozia.
Il presidente Usa ha affermato che “gli Stati Uniti e altri paesi stanno fornendo cibo e denaro a Gaza”, invitando il premier israeliano Netanyahu a “gestire” la situazione e garantire che gli aiuti arrivino effettivamente alla popolazione. “Voglio che si assicuri che ricevano il cibo”, ha ripetuto. Il tycoon ha poi definito Hamas un attore “difficile” con cui trattare, sottolineando che i circa 20 ostaggi ancora vivi vengono usati dal gruppo come “leva negoziale”.
“Se non ci fossero gli ostaggi, la situazione si sarebbe evoluta molto più rapidamente. Sappiamo dove si trovano alcuni di loro, ma non si può intervenire direttamente: significherebbe condannarli a morte”, ha detto, senza fornire dettagli sui “diversi piani” in discussione con Netanyahu.
La Spagna lancerà 12 tonnellate di cibo a Gaza
La Spagna ha dichiarato che questa settimana lancerà 12 tonnellate di cibo a Gaza, unendosi ai paesi del Medio Oriente nell'invio di aiuti nel territorio per via aerea.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez , che ha descritto la guerra di Israele come un genocidio contro la popolazione civile di Gaza, ha dichiarato in una conferenza stampa che la consegna avverrà dalla Giordania venerdì, utilizzando aerei dell'aeronautica militare spagnola. "La carestia a Gaza è una vergogna per tutta l'umanità e fermarla è quindi un imperativo morale", ha affermato.
Starmer: “Hamas non avrà alcun ruolo nel futuro governo palestinese”
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha escluso ogni possibile ruolo per Hamas nella futura amministrazione di Gaza, sottolineando la necessità di pianificare un assetto politico post-conflitto.
"Dobbiamo essere assolutamente chiari sul fatto che Hamas non potrà avere alcun ruolo in nessun futuro governo in Palestina", ha detto Starmer in conferenza stampa accanto all’ex presidente Donald Trump. “È davvero importante chiarire cosa ha scatenato tutto questo, chi ha preso gli ostaggi”.
Freedom Flotilla, 17 attivisti rifiutano il rimpatrio: iniziato sciopero della fame
Diciassette dei 21 attivisti a bordo dell’Handala, l’imbarcazione della Freedom Flotilla intercettata il 24 luglio dalla marina israeliana a 115 km dalla costa di Gaza, hanno rifiutato il rimpatrio volontario e avviato uno sciopero della fame. Lo ha riferito ai media locali Turkia Aouini, moglie dell’attivista tunisino Hatem Aouini, tra i partecipanti. Secondo quanto riportato, i 17 saranno trasferiti nel carcere di Ramla Ayalon in attesa di comparire davanti a un tribunale israeliano. La donna ha precisato che gli attivisti non hanno subito violenze fisiche da parte delle autorità.
A bordo dell’Handala vi erano 19 attivisti per i diritti umani di 12 paesi, tra cui gli italiani Michele Giorgio Mazzeo, giornalista e ricercatore per la pace, e Antonio La Picirella, attivista per la giustizia climatica e sociale, oltre a due giornalisti dell’emittente Al Jazeera. L’ultima trasmissione video in diretta prima dell’abbordaggio mostrava gli attivisti seduti sul ponte con le mani alzate mentre intonavano Bella ciao. Solo quattro persone avrebbero accettato il rimpatrio.
Starmer: Gaza sta affrontando una “catastrofe assoluta”
Intervenendo a Turnberry prima dei colloqui con Donald Trump, il primo ministro britannico Keir Starmer ha affermato: "È una crisi umanitaria, è una catastrofe assoluta. Nessuno vuole vedere una cosa del genere. Credo che la gente in Gran Bretagna sia disgustata da ciò che vede sui propri schermi, quindi dobbiamo arrivare a quel cessate il fuoco. E grazie, signor Presidente, per aver guidato questa iniziativa, e anche per aver fatto arrivare sempre più aiuti. L'America ha fatto molto in questo senso. Molti paesi hanno fatto molto".
Cinque palestinesi in cerca di aiuti uccisi vicino al corridoio di Morag, nella striscia di Gaza meridionale
Secondo quanto riferito dall'ospedale Al Nasser, cinque palestinesi in cerca di aiuto sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti in un attacco israeliano nei pressi del corridoio di Morag, a nord di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale.
Lettera aperta di 58 ex ambasciatori europei: "L'Ue agisca e riconosca lo stato palestinese"
In una lettera aperta rivolta ai vertici di Bruxelles, 58 ex ambasciatori dell’Unione Europea hanno chiesto misure immediate ed efficaci contro le azioni illegali di Israele a Gaza e in Cisgiordania. Dopo aver espresso ferma condanna per l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, gli ex diplomatici hanno denunciato la risposta israeliana come una campagna sistematica di distruzione e possibile genocidio, con crimini di guerra, trasferimenti forzati e atti di pulizia etnica. Hanno accusato l’Ue di inazione complice, richiedendo misure immediate: sospensione delle armi, sanzioni mirate, sostegno ai tribunali internazionali, riconoscimento dello stato di Palestina e ripristino urgente degli aiuti umanitari a Gaza.
Nel testo della lettera si legge: "L'Unione Europea e quasi tutti i suoi Stati membri non hanno risposto in modo significativo a questi eventi orribili. Come ex ambasciatori dell'Ue, abbiamo dedicato la nostra vita professionale a sostenere e promuovere i valori europei fondamentali e il diritto internazionale, consolidando la reputazione dell'Unione Europea e difendendo gli interessi dei suoi popoli. Tali interessi e tale reputazione sono ora seriamente compromessi a causa dell'inazione dell'Ue".
L'Autorità Nazionale Palestinese dichiara che i coloni israeliani hanno attaccato un villaggio cristiano palestinese in Cisgiordania
Secondo quanto riferito dall'Autorità Nazionale Palestinese, un gruppo di coloni israeliani ha attaccato la città palestinese di Taybeh, dove vivono 1.300 persone, per lo più cristiane, nella Cisgiordania occupata. I coloni avrebbero dato alle fiamme veicoli palestinesi e scritto con vernice spray "minacce razziste in ebraico su case e proprietà", ha scritto l'Autorità Nazionale Palestinese con sede a Ramallah su X.
Il Ministero degli Esteri dell'Autorità Nazionale Palestinese ha condannato l'attacco, definendolo "terrorismo dei coloni".
Gli attivisti spagnoli della Flotilla rifiutano l'espulsione e andranno a processo
Gli spagnoli Santiago Gonzalez Vallejo e Sergio Torbio, arrestati in Israele dopo l'abbordaggio della nave umanitaria Handala della Freedom Flotilla diretta a rompere il blocco marittimo a Gaza, hanno rifiutato l'espulsione offerta dalle autorità israeliane e finiranno davanti a un tribunale. Lo segnala il team legale dell'organizzazione arabo-israeliana Centro Adalah, che assiste i due attivisti. I due spagnoli con altri dieci attivisti della Flottiglia si sono opposti alla deportazione con il rimpatrio nei paesi d'origine, che è stata invece accettata dall'italiano Antonio Mazzeo, dalla francese Gabrielle Cathala e dallo statunitense Jacob Berger, ha informato il Centro Adalah sul suo account su X. Altri due degli attivisti a bordo della Flottiglia per Gaza, gli ebreo-statunitensi Bob Suberi e Huwaida Arraf, sono stati trasferiti in uffici della polizia, dove sono assistiti legalmente da un altro avvocato del centro Adelah
Il ministro Kisch: "Zero possibilità di raggiungere accordo per la liberazione degli ostaggi"
Il ministro dell'Istruzione israeliano Yoav Kisch, membro del partito Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha affermato che non c'è alcuna possibilità di riportare gli ostaggi nell'ambito di un accordo, accusando il gruppo terroristico al potere nella Striscia di Gaza di essere intransigente. "La possibilità di riportare gli ostaggi attraverso un accordo è zero", ha dichiarato Kisch all'emittente pubblica Kan. "Quello su cui dobbiamo concentrarci è come raggiungere gli obiettivi di guerra sapendo che Hamas non rilascerà gli ostaggi", ha aggiunto
Guterres: "La fame non deve essere utilizza come arma di guerra"
La fame non deve essere mai utilizzata "come un'arma di guerra". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, nel suo intervento al vertice Onu sui Sistemi alimentari a Addis Abeba, in Etiopia, citando il conflitto a Gaza ed in altre parti del mondo. "I conflitti continuano a diffondere la fame a Gaza, in Sudan e altrove. La fame alimenta l'instabilità e mina la pace. Non dobbiamo mai accettare la fame come arma di guerra", ha detto il segretario generale dell'Onu intervenendo al vertice in videoconferenza.
Starmer convocherà gabinetto di sicurezza su Gaza
Il primo ministro britannico, Keir Starmer, richiamerà i ministri del suo governo dalla pausa estiva per una riunione straordinaria sulla crisi umanitaria a Gaza, mentre crescono le pressioni interne affinché l'esecutivo adotti una linea più dura contro Israele. Secondo il Guardian, Starmer si è detto "inorridito" dalle immagini di civili affamati nella Striscia e sta valutando il riconoscimento formale dello Stato palestinese come una questione di "quando, non se". Durante l'incontro previsto oggi in Scozia con il presidente statunitense, Donald Trump, Starmer lo solleciterà a prendere una posizione più rigida contro Israele.
Qatar: i mediatori lavorano per una tregua umanitaria
I mediatori di Qatar ed Egitto, coinvolti nelle negoziazioni indirette tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, sono al lavoro per raggiungere un'intesa sull'apertura di quattro corridoi umanitari e su una tregua temporanea nella Striscia di Gaza. Lo riporta l'emittente panaraba satellitare di proprieta' saudita "Al Arabiya". In aggiunta, sarebbe in fase di pianificazione un sistema di distribuzione degli aiuti che garantirebbe l'ingresso di almeno 150 camion di aiuti al giorno per una settimana. Inoltre, Qatar ed Egitto avrebbero chiesto l'ingresso quotidiano di almeno cinque camion di carburante destinati "esclusivamente" agli ospedali di Gaza, e proposto la sospensione dei voli di aerei e droni militari sulle aree residenziali in fasce orarie prestabilite
Netanyahu: "Non c'è fame a Gaza"
"Non c'è fame a Gaza", ha detto in un video ottenuto in esclusiva da Israel Hayom il premier israeliano Benjamin Netanyahu. "Abbiamo consentito l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza fin dall'inizio della guerra. Altrimenti, non ci sarebbero abitanti a Gaza. Ciò che impedisce l'arrivo di aiuti umanitari è una sola forza: Hamas. Ancora una volta, questo è un capovolgimento della verità. Hamas deruba, ruba gli aiuti umanitari e poi accusa Israele di non fornirli", ha detto il premier. E ancora:"Abbiamo fornito la quantità richiesta dal diritto internazionale. Ci sono centinaia e centinaia di camion carichi di tonnellate di aiuti. Finora, abbiamo fornito 1,9 milioni di tonnellate di cibo dall'inizio della guerra, quasi due milioni di tonnellate. E ora ci sono centinaia di camion in attesa sul lato di Gaza del valico di Kerem Shalom".
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