«Non dovremmo aver paura di nulla, perché viaggiamo in acque internazionali con delle piccole barche della società civile. Ma sappiamo bene che in passato Israele ha comunque intercettato e bloccato delle barche e non ci aspettiamo niente di diverso».

A parlare è Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza, che ha messo in piedi la Global Sumud Flotilla, la più grande iniziativa mai lanciata sinora per portare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, cercando di rompere il blocco navale imposto sull’enclave palestinese da Israele.

Saranno circa 50 le imbarcazioni, per lo più barche a vela in grado di trasportare una decina di persone acquistate con una raccolta fondi da parte degli attivisti, che partiranno da vari porti del Mediterraneo, tra cui Barcellona e Genova. Le prime imbarcazioni della Global Sumud Flotilla partiranno domenica e la partecipazione dell’Italia sarà massiccia, con circa 20 barche che salperanno da alcuni porti siciliani, oltre che da Genova, con a bordo esponenti della società civile, della cultura, parlamentari e anche religiosi, di varie nazionalità. Si riuniranno nei prossimi giorni in un punto non ancora specificato del Mediterraneo con le altre barche provenienti dalla Spagna, dalla Grecia e dalla Tunisia, per poi navigare insieme verso Gaza, assistiti via terra da un team legale, in una missione che presenta molte incognite.

Sarà estremamente difficile che la Flotilla riuscirà a raggiungere le coste di Gaza. Da maggio di quest’anno ci sono stati già tre tentativi, tra cui uno in giugno che ha avuto grande risonanza mediatica perché l’imbarcazione, la Madleen, trasportava anche l’attivista contro il cambiamento climatico Greta Thunberg. La Marina israeliana abbordò la Madleen e i membri dell’equipaggio furono trasportati in Israele ed espulsi.

Ciò che stavolta è diverso è che ci saranno decine di imbarcazioni a sfidare il blocco marittimo israeliano, in una situazione inedita da quando fu imposto nel 2009. Dall’inizio della guerra Israele ha vietato anche ai pescherecci gazawi di navigare in prossimità delle coste dell’enclave. «Non sappiamo come gli israeliani reagiranno e può capitare veramente di tutto. Potremmo essere oggetto di un’intercettazione standard: ci bloccano e chiedono di tornare indietro e a quel punto, chi si rifiuta, può essere arrestato, portato in Israele ed espulso forzosamente», continua Delia. «Ma non possiamo escludere che Israele ci attacchi in maniera più brutale con l’utilizzo di droni».

È questo il caso della Conscience, la barca partita a maggio di quest’anno dalla Tunisia, che secondo il gruppo di attivisti a bordo fu colpita due volte da un drone israeliano vicino Malta, circostanza ripetutamente smentita da Israele. Non ci furono feriti gravi, ma i danni riportati impedirono all’imbarcazione di proseguire la navigazione verso la Striscia.

Secondo Delia, solo l’Italia negli ultimi 5 giorni ha raccolto circa 200 tonnellate di aiuti umanitari, spediti da tutta la penisola. Parte di questi saranno imbarcati a Genova ed il resto trasportati da un camion messo a disposizione dal sindacato dei lavoratori portuali in Sicilia, per por essere caricati sulle altre barche in partenza per Gaza.

Oltre ad alimenti, in particolare quelli più assimilabili da persone con facoltà digestive compromesse, da quella che l’Onu ha recentemente definito una carestia, che starebbe colpendo più di mezzo milione di gazawi, ci sono molti medicinali.

«Abbiamo la speranza che almeno questa volta si possa negoziare e che almeno parte degli aiuti vengano sbarcati. Questa è però anche un’iniziativa che ha una valenza politica perché chiediamo l’attenzione dei nostri governi, dell’Unione europea e di tutte le istituzioni affinché si dica basta, si smetta di parlare e si faccia qualcosa per Gaza», dice Delia. Gerusalemme ha ripetutamente incolpato Hamas della mancata distribuzione di aiuti ai civili e sostenuto di aver messo in campo notevoli sforzi umanitari per i civili della Striscia.

Contattato da Domani, il ministero degli Esteri israeliano ad ora non ha rilasciato alcun commento sulla missione della Flotilla.

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