- Il nuovo governo italiano che uscirà dalle urne, si troverà di fronte alla decisione di contribuire a scegliere il sostituto di Regling al Mes. E’ probabile che si cercherà l’accordo all’Eurogruppo del 3 ottobre. Ma si deve ripartire da zero, con nuovi candidati e nuovi equilibri. Che farà il nuovo esecutivo italiano? Avrà in mente qualcosa o subirà le scelte altrui?
- In questo contesto di adempimenti europei non si può dimenticare il monito di Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo Bce, secondo cui in questo scenario di iper inflazione sulla crescita, l'Italia rischia di più per il suo alto debito, «sostenibile, se l'Italia cresce e per crescere deve usare bene il Recovery». «I progetti del Pnrr devono essere perseguiti con coerenza e implementati integralmente».
- C’e anche la revisione del Patto di stabilità e crescita (prevista a ottobre come annunciato nel discorso sullo stato dell’Unione dalla presidente Ursula von Der Leyen) che oggi, prevede, se ripristinato, la folle riduzione annuale di un ventesimo del debito che eccede il 60% del Pil. Un incubo per l’Italia.
Forse è stata una svista o forse un calcolato affondo, ma Carlo Calenda, leader di Azione, ha rilanciato il Mes, diventato l’ossessione della politica italiana dal 2018 in avanti e il fondo più odiato dal M5s per lo stigma dei mercati che il salva stati, come viene chiamato in gergo, si porta dietro dal salvataggio della Grecia, Portogallo, Irlanda, Cipro e Spagna. «Ci sono 130 miliardi del Pnrr da spendere, in più abbiamo 33 miliardi del Mes sanitario». «Prima di promettere la luna, possiamo



