L’attivista climatica svedese è stata espulsa da Israele in mattinata, un giorno dopo l’intercettamento da parte delle forze di difesa israeliane della nave umanitaria Freedom Flotilla diretta verso Gaza. Otto dei dodici membri dell’equipaggio hanno rifiutato la deportazione volontaria e rischiano ora un procedimento giudiziario.

Greta Thunberg è partita dall’aeroporto di Ben Gurion a Tel Aviv su un volo diretto in Francia, come confermato dal ministero degli Esteri israeliano che ha pubblicato una sua foto all’interno dell’aereo. Al suo arrivo a Parigi, l’attivista ha dichiarato: «Israele ci ha rapiti in acque internazionali».

La divisione degli attivisti

Tra i dodici volontari internazionali a bordo del veliero Madleen, quattro hanno accettato l’espulsione volontaria: oltre a Thunberg, lo spagnolo Sergio Toribio, atterrato in aeroporto a Barcellona alle 9:30, il giornalista di Al Jazeera Omar Faiad e il medico francese Baptiste André.

Toribio, al suo arrivo in Spagna, ha denunciato quello che ha definito un «attacco pirata», raccontando di aver provato «molta paura» durante l’abbordaggio. «Hanno lanciato messaggi in inglese prima di salire sulla nostra barca, ma per l’arrivo del drone abbiamo dovuto rifugiarci in coperta», ha detto l’attivista spagnolo.

Ai membri dell’equipaggio era stata data la possibilità di firmare un modulo di partenza volontaria o di affrontare l’arresto dopo 96 ore. I volontari che hanno rifiutato di firmare i documenti per l’espulsione sono stati trasferiti nel centro di detenzione israeliano di Givon a Ramla, e sono attualmente in attesa di procedimenti giudiziari. Tra loro, l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, l’attivista tedesca Yasemin Acar e il giornalista francese Yanis Mhamdi, della pubblicazione online Blast.

«Chiunque si rifiuti di firmare i documenti di espulsione e di lasciare Israele sarà portato davanti a un organo giudiziario, in conformità con la legge israeliana, per approvare l'espulsione», aveva anticipato il ministero degli Esteri israeliano su X.

Dall’altra parte, il ministro francese Jean-Noel Barrot ha fatto sapere sulla stessa piattaforma che quattro dei cittadini hanno scelto di rimanere in detenzione e dovranno quindi essere deportati con la forza, mentre solo due hanno accettato il rimpatrio. Tutti e sei i volontari avevano ricevuto la visita del console durante la notte.

L’intercettamento in acque internazionali

La nave Madleen era stata intercettata all’alba di lunedì dalle forze israeliane in acque internazionali, a circa 185 chilometri a ovest di Gaza. Secondo il gruppo attivista, la flotta è stata accerchiata da droni, gli occupanti sono stati esposti a una sostanza chimica irritante e le loro comunicazioni sono state interrotte prima che le forze speciali salissero a bordo.
Video diffusi dal gruppo mostrano i passeggeri seduti con le mani alzate mentre le forze israeliane salgono a bordo. In un filmato pre-registrato, Thunberg aveva detto: «Se vedete questo video, siamo stati intercettati e rapiti in acque internazionali dalle forze di occupazione israeliane», esortando amici, familiari e compagni a fare pressione sul governo svedese per la liberazione. Il ministero israeliano ha poi rilasciato una clip delle proprie truppe mentre distribuivano cibo ed acqua ai passeggeri, annunciando: «Lo show è finito».

La missione della Madleen

Lunedì erano arrivate dichiarazioni accusatorie da parte del ministero degli Esteri israeliano nei confronti dell’equipaggio, definito come delle celebrità a bordo di uno «yacht dei selfie». L’imbarcazione civile Madleen opera sotto la protezione della Freedom Flotilla Coalition, una campagna internazionale di base che si oppone al blocco di Gaza in vigore da quasi vent'anni. La nave era salpata dalla Sicilia il primo giugno.

Già la domenica precedente alla partenza, Israele aveva annunciato che il suo esercito avrebbe utilizzato «qualsiasi mezzo necessario» per impedirle di violare il blocco navale israeliano dell'enclave e raggiungere Gaza.

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