Non è certo una novità la crescente polarizzazione della politica americana e certo impressiona il pensiero che persino l’applicazione delle misure anti Covid come l’uso della mascherina, gli obblighi vaccinali e il distanziamento sociale abbia provocato l’ennesima spaccatura su linee pressoché partitiche.

Al Congresso ovviamente queste divisioni normalmente si accentuano, anche per meglio interpretare le parti del conservatore e del progressista. Tutto questo sembra scomparso nelle settimane successive all’invasione russa dell’Ucraina. Se prima qualche sporadica lode al putinismo si levava dai banchi repubblicani anche soltanto per compiacere l’ammirazione di Trump per il presidente russo, adesso le uniche polemiche riguardano l’inasprimento delle sanzioni contro il regime di Mosca.

Ritrovarsi insieme

Non solo. Il Senato, spaccato a metà tra 50 democratici e 50 repubblicani, l’emblema supremo della disfunzionalità di Washington, sembra aver recuperato una certa efficienza. A cominciare dagli aiuti all’Ucraina, ben 14 miliardi di dollari, contenuti nel budget federale del 2022 approvato con 68 voti a 31 al Senato con un ritardo di quasi sei mesi. A suggello, si registra la dichiarazione di Richard Shelby, senatore repubblicano dell’Alabama normalmente critico dei programmi di spesa dei democratici: «Certo non è l’ideale ma in questo periodo critico non si poteva fare diversamente».

Molti suoi predecessori avevano poi contribuito a bloccare l’approvazione di una legge federale contro i linciaggi degli afroamericani nel profondo sud: presentato una prima volta nel 1918, poi bloccato al Senato nel 1922 e nel 1934 dal potente blocco dei democratici segregazionisti. È stato ripresentato anche in epoca trumpiana, nel 2018 e nel 2020, ed è stato anche lì bloccato per un vizio di forma. Questa volta il Senato ha approvato all’unanimità, inclusi i membri più conservatori come Ted Cruz, Josh Hawley e quel Rand Paul che lo aveva fatto morire nel febbraio 2020 perché “avrebbe potuto colpire altre manifestazioni ideologiche”.

Donne e semiconduttori

C’è poi il rinnovo della legge contro la violenza sulle donne, che era scaduta nel 2019 per l’opposizione della potente lobby delle armi, la Nra, al divieto di uso di un’arma da parte di un accusato di violenza domestica, il cosiddetto “cavillo del fidanzato”. Quest’approvazione purtroppo non risolve questa criticità, ma comunque protegge migliaia di donne dagli abusi dei propri partner.

Il leader dem al Senato, Chuck Schumer, spera di approfittare di questo periodo armonioso per approvare anche l’Usica act, una legge che istituirebbe un direttorato federale per la scienza e la tecnologia per creare una catena dei rifornimenti per costruire dei semiconduttori sul suolo americano, indispensabili per non avere lo sviluppo del settore tech americano in mano a paesi politicamente instabili e che hanno uno scarso rispetto dei diritti umani. Una volta tanto non è colpa del Senato, essendo già stato approvato con 68 voti a 32 lo scorso giugno. Ora serve che la Camera si attivi.

Insulina a buon prezzo

Un altro obiettivo di vecchia data riguarda l’insulina, che può anche costare diverse centinaia di dollari a fiala, contro i pochi dollari che pagano i pazienti canadesi. Finora chi può si arrangia viaggiando oltre il confine settentrionale oppure utilizzando insulina prodotta negli anni Novanta, non più pienamente efficace ma sicuramente meno costosa.

Lo scorso 19 ottobre l’argomento era stato introdotto con una bozza alla Camera dal deputato repubblicano Glenn Rothman, residente in Wisconsin, stato dove alcuni possono fare rifornimento a nord e dove un abitante su 10 ha il diabete, una percentuale piuttosto alta per la media nazionale. In quel caso però non si era nemmeno arrivati al voto.

Il 17 febbraio di quest’anno è arrivata una nuova proposta, stavolta a firma di due senatori dem, Michael Bennet del Colorado e Raphael Warnock della Georgia, che stabilisce una spesa massima di 35 dollari mensili per l’insulina, eccetto la spesa già coperta dall’assicurazione sanitaria. Una norma che era contenuta nel Build back better act che però è stata affondata dall’opposizione di Joe Manchin, il senatore centrista ago della bilancia.

In questo caso la strada potrebbe essere in salita: Warnock, eletto di misura a inizio 2021 dopo un fortunato ballottaggio in Georgia, è in corsa per la rielezione a novembre. Difficile che i repubblicani, che puntano molto alla conquista del seggio di Warnock per recuperare la maggioranza a novembre, gli regalino una vittoria così facile.

La concordia

Schumer lo ha detto esplicitamente: «Cercheremo di approvare anche cose sgradite ai repubblicani che sono importanti per il popolo americano». Senza contare che il Senato si prepara ad approvare la nomina della giudice Ketanji Brown Jackson soltanto con un minimo sostegno repubblicano di due o tre voti.

La concordia bipartisan forse è dovuta solo alla guerra in Ucraina, ma è impossibile non notare come il clima di fragile unità nazionale sia dovuto a una minaccia esterna che peraltro ha messo a tacere il più famoso degli ammiratori americani di Vladimir Putin, quel Donald Trump che i repubblicani dovranno nuovamente corteggiare per vincere le elezioni di metà mandato a novembre.

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