I bombardamenti su Gaza ieri notte si sono intensificati e tutte le comunicazioni si sono interrotte, secondo le testimonianze della Croce rossa e delle autorità palestinesi. I 2,3 milioni di abitanti della Striscia sono isolati dal resto del mondo e non possono comunicare fra loro. Il sistema Iron Dome si è attivato per intercettare i razzi dalla Striscia, mentre il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha annunciato l’espansione delle operazioni via terra.

«Hamas ha commesso crimini contro l'umanità e sentirà la nostra ira stanotte, la vendetta inizia stanotte», ha detto Mark Regev, consigliere politico del premier Netanyahu. Hamas denuncia «un massiccio tentativo di Israele di penetrare coi carri armati nella Striscia da nord e da est». Israele ha anche lanciato un monito: l'esercito si «prepara a difendersi su tutti i fronti e anche le forze al confine settentrionale sono in massima allerta». 

In Israele, il quotidiano Maariv ha pubblicato un sondaggio su cosa pensano i cittadini dell’invasione. Stando al sondaggio, il 49 per cento degli intervistati sostiene che l’azione dovrebbe aspettare; il 29 per cento è a favore, mentre il restante 22 per cento è indeciso. Secondo Maariv, la situazione degli ostaggi ha avuto un peso nelle risposte degli intervistati. Già nella notte tra giovedì e venerdì l’esercito ha compiuto una nuova incursione con i carri armati nel nord della Striscia, volta «a obiettivi mirati». Sono almeno quattro i palestinesi uccisi e altri 12 i feriti, per l’agenzia palestinese Wafa. Sarebbe morto anche Ayser Mohammad Al Amer, un comandante locale della Jihad islamica. Su X, vecchio Twitter, il profilo delle forze di difesa israeliane (Idf) ha condiviso il video di una seconda incursione a sud della Striscia, che è stata compiuta dalla marina. Tutte queste azioni sono dirette a preparare il terreno per quando arriverà il via libera all’invasione, mentre nuovi razzi sono partiti da Gaza verso Tel Aviv, ferendo due persone.

Ieri mattina è arrivato un allarme anche dall’Egitto, con dei «droni non identificati» che sono caduti a Nuweiba e vicino a una struttura medica a Taba, una località turistica a circa 220 chilometri dalla Striscia di Gaza, causando sei feriti. Il portavoce Hagari ha riconosciuto che c’è stata «una minaccia aerea dal mar Rosso», ma ancora non sono arrivate rivendicazioni. La settimana scorsa c’era stato un tentativo di lancio di razzi da parte del gruppo ribelle Houthi, in Yemen, ma erano stati intercettati da Stati Uniti e Arabia Saudita.

L’ospedale di al Shifa

Ieri l’esercito israeliano ha affermato che la base operativa di Hamas si trova sotto l’ospedale al Shifa, a Gaza, e sarebbe accessibile tramite la rete di tunnel. Lo ha detto in un comunicato Daniel Hagari, portavoce delle forze di difesa (Idf), riportato da Haaretz. Da lì, secondo Hagari, verrebbero coordinati i lanci di razzi verso Israele. Hamas ha negato: il dirigente Ezzat el Reshiq ha scritto su Telegram che non ci sono fondamenti nella convinzione dell’esercito e che si tratta invece di un «preludio a un nuovo massacro». L’ospedale al-Shifa è il più grande della Striscia, e al momento è gravemente sovraffollato: secondo Sky news la scorsa settimana almeno 35mila si sono ammassate al suo interno e Reuters ha condiviso delle foto scattate all’interno che mostrano persone in gravi condizioni sdraiate per terra e nei corridoi. La struttura aveva ospitato anche i feriti dall’esplosione dell’ospedale di al Ahli e sono stati numerosi gli allarmi lanciati dalle organizzazioni umanitarie sulla carenza di materiale medico e carburante per l’energia. Le agenzie dell’Onu hanno anche detto che dovranno ridurre le operazioni di soccorso, se non arrivano rifornimenti.

Per quanto riguarda gli ostaggi, secondo Al Jazeera, emittente con base a Doha, i negoziati mediati dal Qatar per la loro liberazione e per il cessate il fuoco sarebbero «in una fase avanzata». Giovedì una delegazione di Hamas è stata ricevuta a Mosca e il giornale russo Kommersant, riportato da Reuters, ha detto che secondo un membro del gruppo servirà del tempo per individuare tutte gli ostaggi, dal momento che alcuni sono state rapiti dalla jihad palestinese. Il funzionario ha però ribadito che per liberarli serve «un ambiente calmo» e che anche chi ha un doppio passaporto è considerato come ostaggio israeliano, e quindi non verrà rilasciato senza un cessate il fuoco.

Israele ha chiesto alla Russia di espellere i membri di Hamas dal territorio: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha specificato che i funzionari di Hamas hanno incontrato solo i rappresentanti del ministero degli Esteri. Inoltre, ha aggiunto, per la Russia è importante mantenere rapporti con tutte le parti del conflitto.

I morti di Gaza

Negli ultimi giorni alcuni, tra cui il presidente statunitense Joe Biden, hanno messo in dubbio l’affidabilità dei dati sulle vittime dei bombardamenti. Le cifre sono fornite dal ministero della Salute di Gaza: le informazioni che escono sono controllate da Hamas ed è complesso verificarle in modo indipendente. Ieri è intervenuta sul tema l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che aveva in precedenza riportato il numero di 7mila persone uccise, di cui quasi la metà bambini, in linea con quanto riferito dalle autorità di Gaza.

Come riporta la Bbc, il rappresentante dell’Oms per Gaza e Cisgiordania Richard Peeperkorn ha spiegato che l’organizzazione negli anni ha lavorato con regolarità con le autorità di Gaza nel registrare nascite, morti e vaccinazioni, e i dati si sono mostrati affidabili. In questi giorni l’organizzazione ha ricevuto una lista con più di 6mila nomi e numeri identificativi delle persone uccise, ma potrebbero esserci almeno mille corpi non identificati sotto le macerie. Anche Omar Sharik di Human Rights Watch ha detto a Reuters che le cifre sono in linea con «l’intensità dei bombardamenti in un’area così densamente popolata».

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