Nella serata di ieri l’esercito sudanese e le forze paramilitari di supporto rapido Rsf, milizie anti governative, si erano accordate per rispettare una tregua di tre giorni così da permettere ai cittadini di celebrare l’ Eid El Fitr, che segnala la fine del Ramadan. Tuttavia, dopo una notte più tranquilla sono ricominciati i combattimenti a Khartoum.

Le ambasciate si preparano ad evacuare

In previsione di un’escalation militare, Stati uniti, Cina, Gran Bretagna e Francia si stanno coordinando con l’esercito sudanese per evacuare in sicurezza i membri delle loro missioni diplomatiche e i loro cittadini. Il processo dovrebbe iniziare nelle prossime ore. 

I diplomatici dell’Arabia Saudita sono già stati evacuati da Port Sudan, il più grande porto del paese sul Mar Rosso, e trasferiti nel regno in aereo.

Il governo canadese precisa che a causa dei combattimenti l’ambasciata a Khartoum ha sospeso le operazioni in presenza e aggiunge di aver dispiegato membri delle forze d’intervento di emergenza nel vicino stato Gibuti.  Ma il ministro degli Esteri canadese, Melanie Joly, afferma anche di non avere mezzi per evacuare i 1500 cittadini canadesi residenti in Sudan. 

La situazione italiana

L’omologo italiano, Antonio Tajani, conferma, invece, che «l’Ambasciata italiana rimane operativa ed è in costante contatto con tutti gli italiani, mentre il governo lavora per garantire l’incolumità dei cittadini italiani in Sudan».

L’Esercito e l’Aereonautica, in collaborazione con la Farnesina, stanno approntando un piano per mettere in salvo circa 140 italiani passando per il Gibuti. L’operazione sarà guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, ex commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.

Riferisce poi il ministro in un tweet che «grazie al lavoro delle nostre Ambasciate a Khartoum e al Cairo e dell'Unità di Crisi della Farnesina» oggi sono sbarcati a Hurgada, in Egitto, i 19 italiani che si trovavano in crociera nei pressi di Port Sudan.

Ucciso membro dell’Onu

Le preoccupazioni dei paesi diventano ancora più rilevanti dopo la notizia dell’ uccisione di un membro dello staff dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), facente parte dell’ Onu, dopo che ieri sera il suo veicolo è stato coinvolto in un fuoco incrociato a sud di El Obeid. 

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