SCENARI – LO STATO DELL’UNIONE

La guerra ha rimesso Erdogan al centro di tutti gli scenari

  • Una delle spiegazioni dell’attivismo di Erdogan attorno alla guerra in Ucraina si incentra sull’erosione, per non dire lo sgretolamento, del fronte di consenso domestico: un declino che proietta inquietudine nelle 1.150 stanze del palazzo presidenziale in vista delle elezioni previste per l’anno prossimo.
  • Sulle questioni della sicurezza nazionale, e in particolare del radicamento oltre confine del “terrorismo del Pkk” Erdogan trova ampi consensi domestici, mettendo in difficoltà l’opposizione.
  • Oltre all’assertività in politica estera, negli anni Erdogan ha mostrato di saper gestire il conflitto fra social-conservatorismo rappresentato dall’islamismo politico, e il secolarismo repubblicano dei kemalisti filo-europei, accusati di elitismo.

Alla fine sarà l’Alleanza atlantica – patto politico-militare fondato su un impianto di norme e valori comuni – a riavvicinare la Turchia agli standard liberaldemocratici, o sarà piuttosto la deriva sultanista di Recep Tayyip Erdogan, di baratto in baratto, a trascinare la Nato verso l’allineamento con le sue definizioni di minaccia? Mentre Sergej Lavrov approda ad Ankara, pesa molto l’ostruzione turca all’allargamento Nato: l’ingresso di Svezia e Finlandia costituirebbe il colpo più clamoros

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