- Quello di Nelly, come di tanti ucraini che scappano dal loro paese invaso dai russi, è un viaggio duro e pericoloso, al freddo, pigiata su treni o autobus. Fino a poco tempo fa inimmaginabile per una donna sola e anziana.
- In queste settimane di calvario per l’Ucraina la Polonia è teatro forse della più grande operazione di accoglienza ai profughi dalla fine della Seconda guerra mondiale.
- La democrazia europea spaventa la leadership russa. Nell’impegno generoso e creativo di tanti europei che accolgono i rifugiati ucraini, si intravvede quel legame di pace che fonda le basi dell’Europa democratica.
Nelly viveva sola in una cittadina vicina alla centrale nucleare di Zaporizhzhia che, com’è noto, è stata bombardata all’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina. Alla sua età aveva difficoltà a scendere le scale verso il rifugio perché cammina a stento a causa di problemi alle gambe. Ogni giorno Nelly descriveva al telefono alla figlia, emigrata da anni in Italia, la paura che la guerra provoca, fatta di fischi delle sirene, che penetrano come un trapano il cervello, e degli orribili boati de



