- Fino a pochi mesi fa, la stabilità della regione era, tutto sommato, fuori discussione: anche di fronte a interessi politici e strategici contrastanti degli stati artici, la spinta verso la cooperazione sembrava prevalere.
- Oggi, dopo l’operazione militare speciale avviata dalla Federazione russa contro l’Ucraina lo scorso febbraio e la reazione degli altri stati artici, la partita appare riaperta.
-
Dopo anni di cooperazione crescente e relativamente fruttuosa, gli altri sette stati membri (Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Stati Uniti e Svezia) del Consiglio artico hanno condannato esplicitamente la condotta russa. Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Guerra freddissima”, in edicola e in digitale dal 2 settembre.
L’interesse strategico per la regione affonda le radici nel tempo. Nell’Ottocento, una delle principali cause di tensione geopolitica nell’Artico era costituita dalla rivalità tra Russia e Gran Bretagna. In seguito, con la cessione dell’Alaska dalla Russia agli Stati Uniti, nel 1867, questi ultimi hanno iniziato a radicare i propri interessi geopolitici nella regione. Ha così preso avvio una fase storica artica, caratterizzata da varie rivendicazioni di sovranità sull’area, non solo da parte



