Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato ieri a Leopoli, in Ucraina, per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres.

Un summit importante che ha sia l’obiettivo di sciogliere le tensioni militari nei dintorni della centrale nucleare di Zaporizhzhia nell’est dell’Ucraina – per evitare un disastro che coinvolgerebbe l’intera Europa – sia supervisionare l’andamento sul campo dell’accordo sul grano siglato circa un mese fa.

La centrale nucleare

Le Nazioni unite, così come i governi europei, sono preoccupati che la guerra possa arrivare a un’escalation e colpire anche l’impianto nucleare di Zaporizhzhia, sotto il controllo dell’esercito russo dallo scorso marzo. Kiev accusa Mosca di usare la centrale come scudo da cui attaccare gli obiettivi ucraini, ed entrambi imputano alla controparte bombardamenti pericolosi contro l’impianto.

Ieri, però, l’intelligence ucraina ha detto che i russi starebbero pensando di compiere per oggi una «provocazione» contro la centrale. Viste le crescenti tensioni Zelensky ha chiesto a Guterres di demilitarizzare l’area e metterla in sicurezza. I funzionari Onu spingono anche per un’ispezione dei funzionari dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica), ma senza una tregua la missione non è fattibile.

Il grano

A Leopoli, i tre leader hanno anche fatto un punto sull’andamento dell’accordo sul grano, firmato in Turchia quasi un mese fa. L’obiettivo è accelerare le consegne dei cereali stipati nei silos presenti nei porti ucraini. Si punta a far uscire dal paese tre milioni di tonnellate di grano nel mese di settembre e quattro a ottobre, numeri lontani dai ritmi di oggi. Da quando è salpata la prima nave lo scorso 1° agosto sono state esportate fuori dall’Ucraina circa 600 mila tonnellate di grano e farine, ancora troppo poche soprattutto se si considera che nessuna di queste quantità è ancora arrivata in Africa. La prima nave diretta verso il continente è la Brave Commander ed è attualmente in rotta verso Djibouti con un carico di 23.300 tonnellate di grano destinato all’Etiopia, uno dei paesi più colpiti dalla crisi alimentare.

Dopo l’incontro trilaterale Guterres visiterà nella giornata di venerdì il porto di Odessa uno degli hub da dove partono le navi, mentre sabato sarà insieme a Erdogan a Istanbul. I due si recheranno al Centro di coordinamento congiunto che si occupa di garantire la sicurezza delle rotte alimentare e di effettuare le ispezione delle navi in entrata e in uscita dai porti ucraini, un elemento di garanzia per Mosca.

Battere cassa

Quella di ieri è stata anche la prima visita che Erdogan compie in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa avvenuta lo scorso 24 febbraio. Con Putin, invece, i due si sono incontrati lo scorso 19 luglio a Teheran e il 5 agosto a Sochi. Il presidente turco, si conferma, ancora una volta, il mediatore principale in questa guerra capace di trattare sia con Kiev che con Mosca. Un ruolo importante, abdicato dai governi europei troppo presi da questioni di politiche interne e dalla crisi energetica.

Secondo i media turchi Erdogan starebbe lavorando a un incontro tra Putin e Zelensky, un’ipotesi che già circolava nei mesi scorsi prima che la guerra ha rivelato gli orrori di Bucha. Ma la visita di ieri ha un altro valore per il presidente turco che finalmente è andato a “battere cassa” per i suoi sforzi di questi mesi. Dopo l’incontro bilaterale con Zelenksy il ministro al Commercio turco e il ministro delle Infrastrutture ucraino hanno firmato un Memorandum d’intesa che, come dichiarato dal ministero ucraino, «prevede la partecipazione della Turchia al processo di ricostruzione dell’Ucraina».

L’obiettivo è stato raggiunto. «Le strutture imprenditoriali e governative turche potranno sviluppare progetti specifici di ricostruzione e fornire consulenza e assistenza tecnica», ha aggiunto il ministero.

© Riproduzione riservata