- Allo stadio Luzhniki di Mosca, tra i boati e i cori di una folla festante e osannante che riempiva gli spalti e la piazza all’esterno, in occasione dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea nel 2014, Putin ha dato vita ad una versione diversa rispetto a quella ucraina e a quella Occidentale.
- Tra le 200mila persone presenti allo stadio Luzhniki, ha voluto ribadire la sua totale opposizione all’occidente mettendo la parola fine a quel tentativo di allargare il G7 a Mosca e di inglobarla nel sistema occidentale.
- Mosca torna ad essere altro dall’Occidente, una autocrazia che guarda all’Asia.
«L’operazione speciale in Donbass e in Ucraina è per fermare un genocidio. Bisogna dare la propria vita per gli altri e salvare i valori cristiani». Allo stadio Luzhniki di Mosca, tra i boati e i cori di una folla festante e osannante che riempiva gli spalti e la piazza all’esterno, il presidente russo, Vladimir Putin, in occasione dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea nel 2014, ha dato vita a un’altra narrazione rispetto a quella che arriva dalle città bombardate dell’Ucraina



