La tragedia di Wang Fuk Court, il peggior incendio residenziale nella storia di Hong Kong, ha lasciato dietro di sé una scia di morte e indignazione.

Domenica 30 novembre, nell’ultimo dei tre giorni di lutto cittadino, i morti conteggiati erano 151, ma si tratta di un bilancio provvisorio, perché ci sono ancora almeno 40 dispersi e un centinaio di casi classificati dalle autorità come «irrisolvibili».

Il business del mattone

Eppure, nonostante le polemiche sulla sicurezza abitativa, la macchina della speculazione edilizia non si ferma. In una delle metropoli con la più alta densità abitativa al mondo (circa 7.200 persone per chilometro quadrato), si continua a costruire, rigorosamente in verticale. Anche perché il 75 per cento dei 1.106 chilometri quadrati del Porto profumato è collinare o montuoso. E Hong Kong, con i suoi servizi più sviluppati che nella Cina continentale e il suo regime amministrativo speciale, è al centro dell’Area della grande baia, il cluster di undici metropoli (Hong Kong e Macao, più nove nella provincia del Guangdong) sul quale Pechino punta per la prossima fase di espansione del paese.

Insomma qui, a differenza di tante altre aree colpite pesantemente dalla crisi immobiliare, tutto ciò che ruota attorno al mattone continua a rappresentare un business colossale. I developer dominano l’economia locale: con il mercato controllato da grandi conglomerati come Sino Group, New World Development e Sun Hung Kai Properties.

Le vendite di nuovi appartamenti sono state sospese per pochi giorni, ma le dinamiche di prezzo restano stabili, trainate da tassi d’interesse, domanda e condizioni economiche generali. Il City Leading Index di Centaline ha raggiunto quota 142,49, il massimo da 73 settimane.

L’incendio

Il rogo è divampato il 26 novembre nel complesso popolare Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po, e i vigili del fuoco sono riusciti a domarlo soltanto dopo due giorni. Wang Fuk Court è un blocco di otto torri sussidiato dal governo, costruito 42 anni fa per accogliere famiglie a reddito medio-basso. Otto grattacieli di 31 piani, con oltre 2.000 appartamenti ognuno. Ospitava più di 4.600 persone, e il bilancio delle vittime è destinato a salire nei prossimi giorni.

Il bilancio dell’incendio devastante a Tai Po, nella parte nord-orientale di Hong Kong, è di almeno 83 morti (FOTO AFP)
Il bilancio dell’incendio devastante a Tai Po, nella parte nord-orientale di Hong Kong, è di almeno 83 morti (FOTO AFP)
Il bilancio dell’incendio devastante a Tai Po, nella parte nord-orientale di Hong Kong, è di almeno 83 morti (FOTO AFP)

Mercoledì scorso, le fiamme si sono propagate rapidamente tra sette degli otto palazzi, alimentate dal forte vento. Ma a favorire il gigantesco rogo sono stati anzitutto materiali infiammabili che le ditte appaltatrici (una dozzina di persone sono state arrestate) avrebbero usato per risparmiare sul costo le ristrutturazioni. Anzitutto le reti protettive non ignifughe, costate la metà di quelle che avrebbero dovuto essere utilizzate, e poi i pannelli di polistirolo impiegati per impedire il passaggio di polvere attraverso gli infissi. Infine, non ha funzionato il sistema d’allarme anti-incendio.

Il progetto di ristrutturazione di Wang Fuk Court (330 milioni di dollari hongkonghesi) era già stato contestato dai residenti per i costi elevati e la scarsa trasparenza. Il segretario per la sicurezza di Hong Kong, Chris Tang, ha dichiarato che il fuoco è probabilmente iniziato nella rete protettiva ai piani inferiori del primo edificio. Le fiamme hanno poi incendiato i pannelli isolanti di polistirolo, permettendo al rogo di diffondersi rapidamente.

Elezioni confermate

Le immagini dell’incendio continuano a circolare sui social in tutta la Cina, suscitando un’enorme emozione, tanto che per rassicurare l’opinione pubblica il governo ha annunciato una campagna per verificare le condizioni di sicurezza di tutti i grattacieli del paese.

Nonostante il lutto cittadino e le polemiche sulla sicurezza, il governo di Hong Kong ha deciso di mantenere la data delle elezioni per il consiglio legislativo, previste per il 7 dicembre. La campagna elettorale, però, è stata interrotta. Uno studente è stato arrestato mentre distribuiva volantini per chiedere una commissione d’inchiesta sul rogo.

Il livello di vigilanza da parte di Pechino è massimo, per prevenire eventuali proteste innescate dalla tragedia di Wang Fuk Court.

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