I 53 arresti di ex legislatori, accademici, assistenti sociali e studenti effettuati ieri dalla polizia di Hong Kong provocano delle conseguenze dirette anche per Joshua Wong, l'attivista pro-democrazia attualmente in carcere dopo la condanna ricevuta per il ruolo avuto nelle proteste del 2019. Wong, che dovrà scontare una pena di 13 mesi e mezzo per aver guidato una manifestazione davanti al quartier generale della polizia di Hong Kong, è stato infatti accusato anche di sovversione ed è stato arrestato oggi nel penitenziario di Shek Pik.

Secondo le autorità di Hong Kong, Wong e gli altri arrestati hanno tentato di sovvertire l’ordine nazionale in occasione delle primarie indette dal movimento che sostiene l’introduzione del suffragio universale per scegliere i candidati alle elezioni legislative della regione. A legittimare l’arresto e le nuove accuse è la nuova legge sulla sicurezza nazionale, che punisce duramente chiunque manifesti il proprio dissenso sul potere cinese sulla regione.

Al processo, oltre a Wong, erano stati condannati Agnes Chow (10 mesi) e Ivan Lam (7 mesi): per entrambi la pena è stata ridotta perché si sono dichiarati colpevoli.

Cosa sta succedendo a Hong Kong?

Gli arresti dei 53 attivisti sono solo l’ultima azione della governatrice, Carrie Lam, nei confronti dei dissidenti che sfidano l’influenza di Pechino sulla regione. Lam è infatti eletta da un élite filo cinese. Recentemente la repressione cinese ha colpito anche Jimmy Lai, l’editore di uno dei principali giornali pro democrazia, Apple Daily. Anche lui è accusato di avere infranto la legge sulle sicurezza nazionale e, seppur rilasciato su cauzione, rischia ora la condanna a diversi anni di carcere e non potrà avere contatti con rappresentanti di paesi ostili. La Cina ha inoltre condannato dieci dei dodici attivisti accusati di avere provato a espatriare illegalmente verso Taiwan. Tra le altre personalità di spicco colpite dal governo di Lam figurano i tre attivisti Joshua Wong, Ivan Lam e Agnes Chow condannati fino a tredici mesi e mezzo di carcere per avere organizzato un raduno anti governativo nel luglio del 2019.

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