- Ikram Nazih, la studentessa italo-marocchina, che ha passato due mesi di carcere in Marocco con l'accusa di blasfemia, racconta la sua detenzione nel penitenziario di Marrakesh.
- A giugno la ragazza era stata condannata a 3 anni e mezzo di carcere e a una multa di circa 4800 euro Poi, il 23 agosto, il tribunale di appello di Marrakesh ha ridotto la condanna e Ikram è tornata in libertà
- «Pensavo che sarei rimasta in quel carcere per 3 anni e mezzo o forse di più», racconta. «Senza l'aiuto dell'Italia non mi sarei salvata».
«C'è solo un modo per definire la detenzione, e la parola è disperazione perché senti di non avere più speranza». Ikram Nazih ha i capelli corvini e gli occhi sorridenti, quelli di chi ha ritrovato la libertà. Sono passati nove giorni dalla scarcerazione della giovane studentessa italo-marocchina, nata a Vimercate e ora residente in Francia. La raggiungiamo in videochiamata a Tangeri, in Marocco, dove finalmente ha potuto riabbracciare i suoi parenti. Un momento atteso per due mesi perché il



