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Il ballottaggio in Turchia si gioca sulla pelle dei siriani

  • I siriani sono diventati l’unico argomento di discussione di questa seconda fase della campagna elettorale. Entrambi i candidati promettono di rimandarli in patria, anche se difficilmente potranno tener fede alle loro promesse.
  • La comunità siriana intanto subisce giornalmente discriminazioni e aggressioni. A Gaziantep ci si prepara a trascorrere i prossimi giorni in casa per evitare potenziali situazioni di conflitto.
  • La vittoria dell’uno o dell’altro candidato non fa differenza per i siriani. Per loro non c’è posto in Turchia, ma tra confini europei invalicabili e la mancanza di sicurezza in Siria l’unica scelta possibile è restare nel paese anatolico.

In una Turchia che si prepara al secondo turno delle elezioni presidenziali l’unico argomento di discussione sono diventati i rifugiati siriani. Sia Kemal Kilicdaroglu, esponente dell’opposizione, che il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan hanno incentrato i loro discorsi sulla questione dei rifugiati siriani e in generale dei migranti arrivati in Turchia negli ultimi anni e percepiti come un problema dalla generalità della popolazione. A polarizzare il dibattito pubblico nelle ultime due

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