La morte di Evgenij Prigozhin, fondatore del gruppo Wagner, è stata ordinata dal segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolaj Patrushev. Lo riporta il Wall Street Journal in una lunga e dettagliata inchiesta.

Un ex agente segreto russo e i servizi segreti occidentali hanno confermato che anche il presidente russo, Vladimir Putin, ne era a conoscenza ma non si è opposto al piano. Già alcune indagini preliminari americane avevano dimostrato che l’incidente è stato il risultato di un complotto. 

L’inchiesta 

Secondo il Wsj, Patrushev ha iniziato ad avvertire Putin del pericolo che il capo della Wagner avrebbe potuto rappresentare già nell’estate del 2022, un anno prima della sua morte. Infatti, Prigozhin era riuscito a costruire «un impero multimilionario con le sue operazioni nel continente africano. 

Già nell’ottobre del 2022, il capo della Wagner ha chiamato il presidente russo per lamentarsi della carenza di munizione per i suoi uomini. Patrushev, presente al momento della telefonata, avrebbe utilizzato le lamentele del generale per chiedere a Putin di distanziarsi. 

«Il signore della guerra è diventato pericoloso, senza rispetto per l’autorità del Cremlino», ha scritto il Wsj. Le richieste del segretario della sicurezza sono state realizzate considerato che Putin ha deciso di ignorare le richieste del gruppo paramilitare. 

La situazione è poi precipitata a giugno 2023 quando Prigozhin ha realizzato un ammutinamento richiamando i 25mila uomini e carri armati schierati in Ucraina per realizzare una «marcia di giustizia».  

Al momento della protesta, Putin si trovava fuori città. Patrushev ha preso il suo posto iniziando una serie di chiamate per cercare di convincere il generale a fare marcia indietro. Le telefonate hanno coinvolto anche i governi di Kazakistan e Bielorussia, «entrambi membri dell’alleanza militare guidata dalla Russia».

Il presidente del Kazakistan, Kassym Jomart Tokayev, avrebbe dovuto sostenere l’esercito russo nel caso in cui si fosse verificato lo scenario peggiore, come ringraziamento dell’ingresso del paese nel Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva a gennaio 2022.

Le fonti del Wsj hanno riferito che Tokayev avrebbe rifiutato la richiesta russa. Invece, il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha intrapreso diverse conversazioni con il generale per convincere ad abbandonare la sua rivolta. 
A seguito della fine dell’ammutinamento, tutto il mondo ha creduto che l’azione del generale non avrebbe avuto conseguenze. Il generale ha continuato, infatti, a svolgere le proprie attività sia in Africa sia in Russia. 

Maksim Shugaley, che ha lavorato con Prigozhin, ha detto: «Sapeva di avere nemici e che qualcosa sarebbe potuto succedere, ma nonostante le sue preoccupazioni, stava rispettando l’accordo». 

L’ex agente russo ha dichiarato che durante l’estate del 2023., mentre gran parte delle persone si trovava in vacanza, Patrushev ha dato inizio al suo piano per l’eliminazione del generale. I servizi segreti occidentali hanno dichiarato che Putin ne era a conoscenza ma non ha obiettato. 

Alcune settimane dopo, ad agosto, Prigozhin doveva tornare a San Pietroburgo. I controlli di sicurezza hanno provocato un ritardo alla partenza e secondo i servizi segreti occidentali, è stato questo il momento in cui la bomba è stata posizionata sotto l’ala. La bomba è esplosa dopo che l’aereo era in volo da circa trenta minuti provocandone lo schianto vicino alla città di Kuzhenkino. 

L’esplosione e lo schianto ha provocato la morte di tutti i dieci passeggeri a bordo del jet. 

Il capo della Wagner 

Evgeniy Prigozhin, il capo del gruppo di mercenari russi, è morto a bordo del suo jet privato caduto tra Mosca e San Pietroburgo il 23 agosto. Fin da subito si è sospettato il coinvolgimento del presidente russo, Vladimir Putin. Il Cremlino ha subito smentito la notizia. 

Il presidente russo ha subito detto che il generale «era un uomo di talento che ha commesso errori». Ha aggiunto anche che  il mercenario era appena tornato dall’Africa e che aveva incontrato degli ufficiali a Mosca, assicurando infine che «l’inchiesta sull’incidente sarà esaustiva».

Il capo della Wagner, il gruppo paramilitare non inquadrato istituzionalmente nell’esercito russo ma riceve copiosi finanziamenti dal Cremlino, è entrato in contatto con Putin durante la sua carriera nella ristorazione da cui deriva la nomina di  « cuoco di Putin».

Infatti, dopo aver trascorso nove anni in carcere per reati minori, aprì un chiosco di hot dog insieme al padre per poi aprire il ristorante New Island, il preferito del Putin, l’allora vicesindaco di San Pietroburgo. Grazie al ristorante, Prigozhin divenne anche una persona di cui il presidente russo si poteva fidare per operazioni rischiose e non sempre legali.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina nel 2022, diventò una figura di spicco del gruppo Wagner. Il New York Times è arrivato a definirla come «l’uomo che sfida Putin per il potere». 


 

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