A meno di un mese dall’elezione del nuovo governo, una nuova inchiesta delle Nazioni unite prova a far luce su presunte tangenti elargite in cambio di voti.

Secondo le anticipazioni del Guardian, il neo primo ministro Abdul Hamid Dbeibah avrebbe elargito somme di denaro tra i 150 e i 200mila dollari ad almeno tre dei delegati con diritto di voto del Forum di Dialogo Politico.

I membri del Forum, composta da una sorta di 75 “grandi elettori”, hanno eletto lo scorso 5 febbraio il nuovo governo a interim che ha il ruolo di guidare il paese verso le elezioni del prossimo dicembre. Per ora il primo ministro ha negato le accuse, definendole come delle fabbricazioni ad hoc volte a screditare il suo ruolo.

L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Stephanie Williams. Secondo il rapporto dell’indagine ci sarebbe stata anche una lite scoppiata nell’hotel dove alloggiavano i delegati, perché alcuni di loro avevano sentito che ad altri era stata garantita una tangente da 500mila dollari.

Il nuovo governo

L’esecutivo è nato da una mediazione delle parti in conflitto tra al Sarraj e il generale Haftar che dividevano il paese oramai logorato da una lunga e sanguinosa guerra civile. Infatti, Abdul Hamid Dbeibah, noto imprenditore di Misurata di 62 anni era stato eletto con il beneplacito di Mosca, Turchia e la fazione di al Sarraj. A capo del Consiglio presidenziale è stato eletto invece Mohammad Younes Menfi, un diplomatico di Tobruk (est), ex ambasciatore in Grecia e sostenuto dal generale Khalifa Haftar. I due si sono presentati insieme in un lista che ha raccolto 39 dei 73 voti espressi.

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