Il prossimo presidente argentino si troverà a governare un paese in recessione, senza accesso ai mercati, con una moneta senza valore e un debito di 400 miliardi di dollari, che poco dopo il suo insediamento registrerà una caduta annuale del Pil del 3 per cento.
Tra due settimane l’Argentina sceglierà il prossimo presidente. Appena insediato troverà un paese in recessione, senza acceso ai mercati, con una moneta senza valore e un debito di 400 miliardi di dollari. Ma soprattutto troverà uno paese sull’orlo dell’iperinflazione. Il 22 ottobre si terrà in Argentina un’elezione apertissima tra tre schieramenti. Da un lato la coalizione peronista, che ha governato il paese dal 2003 al 2015 e poi nuovamente dal 2019 fino ad oggi, guidata da Sergio Massa. D



