Un enorme incendio boschivo è divampato mercoledì 30 aprile nei pressi di Gerusalemme. Spinte da forti venti, le fiamme hanno causato l’evacuazione di oltre 7mila persone, la chiusura di importanti autostrade e l’interruzione di diverse linee ferroviarie. L’incendio è tra i più gravi nella storia di Israele, secondo il Fondo Nazionale Ebraico (JNF), con oltre 6mila acri di vegetazione bruciata, compresa gran parte della Foresta del Canada e la Foresta di Eshtaol.

L’incendio è scoppiato in concomitanza a un appello rivolto da Hamas ai suoi sostenitori attraverso Telegram. «Bruciate Israele. Bruciate i boschi, le foreste, le case dei coloni, tutto ciò che potete». Il messaggio è rivolto in particolare ai «giovani della Cisgiordania, giovani di Gerusalemme e ai palestinesi all'interno di Israele». 

Le autorità israeliane hanno mobilitato oltre 150 squadre di vigili del fuoco, supportate da 11 aerei antincendio. Nonostante questi sforzi, i forti venti hanno spesso impedito agli aerei di operare efficacemente. Secondo quanto riportano fonti israeliani sono 17 pompieri sono rimasti feriti, due dei quali in modo serio. Nove incendi separati risultavano ancora attivi in diversi punti del Paese.

La polizia e l’Idf, su ordine del Ministro della Difesa Israel Katz, sono stati coinvolti nelle operazioni di contenimento e supporto logistico. Anche il servizio di sicurezza interno Shin Bet ha avviato indagini sulle cause, che non sono ancora chiare.

Otto aerei antincendio provenienti da Cipro, Italia e Francia sono attesi nel corso della giornata per aiutare nelle operazioni di spegnimento. Le autorità hanno riferito che 17 vigili del fuoco sono rimasti feriti durante le operazioni, due dei quali sono stati evacuati in ospedale.

Tuttavia, secondo fonti dei servizi antincendio, l’aiuto internazionale potrebbe arrivare troppo tardi per incidere significativamente, poiché l’incendio potrebbe essere sotto controllo prima del loro arrivo effettivo.

Tra le aree danneggiate si segnala anche il Monastero di Emmaus, dove diversi edifici e il giardino sono andati distrutti, ma i vigili del fuoco sono riusciti a proteggere la chiesa principale.

L'incendio è iniziato nel pomeriggio del 30 aprile nella Foresta di Eshtaol, tra Mesilat Tzion e Neve Shalom, e si è rapidamente esteso verso ovest, costringendo all’evacuazione dieci comunità. Alcuni residenti hanno poi potuto fare ritorno a casa, mentre la polizia continua a pattugliare le aree evacuate per prevenire saccheggi.

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