Al Cairo nuovi colloqui per un cessate il fuoco: un funzionario anonimo ha descritto all’agenzia Afp le condizioni del gruppo, che comprendono la liberazione dei prigionieri palestinesi. Iran, esplosione nel porto di Bandar Abbas: almeno 4 morti e 500 feriti. Tel Aviv: «Noi non coinvolti»
Nel giorno in cui al Cairo sono in programma nuovi colloqui per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza, con una delegazione di Hamas pronta a incontrare i mediatori egiziani guidati da Khalil al-Hayya, un anonimo alto funzionario del gruppo palestinese – citato dall'agenzia Afp – ha chiesto una tregua di cinque anni come parte di una soluzione negoziata che prevedrebbe anche la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia.
«Hamas è pronta per uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi in un'unica operazione e per una tregua di cinque anni», ha detto il funzionario, che ha reso queste dichiarazioni a patto di restare anonimo. Venerdì, lo stesso Hamas aveva ribadito che il disarmo «non è negoziabile».
La nuova offerta arrivata nella mattina di sabato 26 aprile segue il “no” del gruppo palestinese, questo mese, all'ultima proposta di Israele di ottenere il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza. Sono ancora prigionieri 59 ostaggi israeliani, tra cui 58 dei 251 rapiti dai terroristi guidati da Hamas il 7 ottobre 2023. Tra questi, ci sono i corpi di almeno 35 persone decedute, secondo quanto confermato dalle Forze di difesa israeliane (Idf).
I colloqui di pace
Hamas ha rifiutato la proposta di cessate il fuoco "parziale" e ha chiesto un accordo "globale" per porre fine alla guerra. I colloqui svoltisi da quando Israele ha ripreso l'attacco aereo e terrestre contro Hamas, il 18 marzo, dopo la rottura di un precedente cessate il fuoco di due mesi, non hanno prodotto finora alcun progresso.
Qatar, Stati Uniti ed Egitto hanno mediato una tregua, iniziata il 19 gennaio, che ha permesso la ripresa degli aiuti umanitari nella Striscia, insieme al rilascio degli ostaggi detenuti dai terroristi a Gaza e dei prigionieri palestinesi in custodia israeliana.
Ma la tregua è poi fallita a causa dei disaccordi tra le parti sui termini della fase successiva. Hamas aveva insistito affinché si svolgessero negoziati che portassero alla fine definitiva della guerra, come delineato nel quadro annunciato a gennaio dall'ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che l'amministrazione Trump aveva spinto Israele ad accettare.
Il governo israeliano ha cercato di prorogare i termini della prima fase, respingendo poi qualsiasi accordo per il rilascio degli ostaggi che avrebbe incluso la fine della guerra fin quando Hamas sarebbe rimasto al potere a Gaza.
Esplosione in Iran, 4 morti e 5 feriti. Israele: «Non siamo coinvolti»
Intorno alle 11:30 (ora italiana) si è verificata una forte esplosione nell’importante porto marittimo di Rajaishahr, situato nella città di Bandar Abbas nell'Iran meridionale e considerato uno dei porti chiave per l'economia iraniana.
Il bilancio, parziale, è di quattro morti e oltre 500 feriti. Accanto al porto c'è una base della Marina delle Guardie della Rivoluzione e secondo molti osservatori sarebbe da qui che partono le spedizioni di armi destinate a Hezbollah e Houthi.
L’esplosione ha distrutto un edificio amministrativo e, secondo l'agenzia statale iraniana Fars, è stata così potente da essere udita sull'isola di Qeshm, situata ad almeno 20 chilometri dal porto di Bandar Abbas, nel Golfo Persico.
Si indaga sulle cause: il procuratore generale iraniano, Mohammad Movahedi, ha ordinato un'indagine «rapida e precisa», chiedendo un'azione ferma contro chiunque venga ritenuto responsabile di negligenza o cattiva condotta in relazione all'incidente.
Alcuni funzionari israeliani hanno dichiarato che Israele non è coinvolto nell'esplosione. Intanto l’Iran ha sospeso le spedizioni in esportazione e transito al porto di Bandar Abbas.
Hamas: «raid di Israele su Gaza, almeno 17 morti»
L'agenzia di protezione civile di Gaza, governata da Hamas, ha dichiarato che i bombardamenti israeliani di oggi hanno ucciso almeno 17 persone in tutta la Striscia, mentre altre sono rimaste intrappolate sotto le macerie dopo che un'abitazione è stata colpita.
Israele ha ripreso la sua campagna militare nella Striscia di Gaza il 18 marzo, ponendo fine a una tregua di due mesi che aveva in gran parte fermato i combattimenti. «I bombardamenti aerei israeliani in diverse zone hanno ucciso 17 persone dall'alba», ha dichiarato il funzionario della protezione civile Mohammed Al-Mughayyir. Mahmud Bassal, portavoce dell'agenzia di protezione civile, ha precedentemente dichiarato che circa 30 persone risultavano disperse sotto le macerie.
Il caso intelligenza artificiale
Intanto il Times of Israel, citando un articolo del New York Times, sottolinea che Israele ha utilizzato strumenti di intelligenza artificiale per colpire i leader di Hamas durante la guerra a Gaza. L'inizio dell'impiego di nuove e sofisticate tecnologie risale a un attacco di fine di ottobre 2023 che aveva come obiettivo Ibrahim Biari, comandante del battaglione centrale di Jabalia di Hamas.
Biari sarebbe stato localizzato dall'esercito israeliano grazie a uno strumento audio basato sull'intelligenza artificiale in grado di tracciare la provenienza delle sue telefonate. In quell'attacco morirono decine di civili e l'esercito israeliano ha aperto un'inchiesta. Oltre alle preoccupazioni per le vittime civili, fonti israeliane e statunitensi hanno riferito al New York Times che in alcuni casi l'intelligenza artificiale ha portato a identificazioni e arresti sbagliati.
Israele utilizza l'intelligenza artificiale per identificare volti parzialmente in ombra o di persone ferite, creare elenchi di possibili obiettivi e realizzare chatbot in arabo per scansionare e analizzare messaggi di testo e social media. Molte di queste tecnologie sono state create in collaborazione tra l'Unità 8200 dell'intelligence militare e riservisti impiegati in importanti aziende tecnologiche note come "Lo Studio”.
Israele avrebbe usato lo stesso strumento audio che ha aiutato a localizzare Biari nelle operazioni di ricerca degli ostaggi detenuti nei tunnel sotto Gaza. Due ufficiali israeliani hanno affermato che nel tempo sarebbe stato perfezionato per localizzare le persone con maggiore precisione.
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