- In questi trent’anni di indipendenza i kazaki hanno cercato di stare in equilibrio tra varie influenze. “Multivettoriale” è stato il mantra fin dall’indipendenza nel 1991.
- La rottura della vocazione “multivettoriale” del paese asiatico ha scatenato gli appetiti di Russia, Cina e Turchia. Sotto lo sguardo dell’occidente indebolito.
- Le polemiche con l’occidente per ciò che sta accadendo sono una cortina fumogena che cela una situazione molto più complessa. Più che dall’Occidente, Mosca deve guardarsi da Pechino e Ankara.
Le narrazioni complottiste secondo le quali è la Cia a fomentare le rivolte “arancioni” in Kazakistan nascondono una realtà molto più complessa per questo paese al centro di bramosie economiche e politiche. In questi trent’anni di indipendenza i kazaki hanno cercato di stare in equilibrio tra varie influenze. “Multivettoriale” è stato il mantra fin dall’indipendenza nel 1991. L’obiettivo era rimanere in equilibrio tra Russia e Cina, ma anche con gli Usa e la Nato. Per esemplificare tale destrez



