Il cittadino svedese-iraniano Ahmadreza Djalali, condannato a morte in Iran, sarà giustiziato entro la fine di maggio.

  • Djalali è un medico e ricercatore che è stato arrestato nel 2016 durante una sua visita accademica in Iran. È accusato da parte di Teheran di aver svolto l’attività di spionaggio per i servizi segreti israeliani. Djalali avrebbe passato informazioni al Mossad per assassinare alcuni scienziati nucleari iraniani. La difesa del ricercatore ha più volte accusato gli inquirenti di Teheran di aver estorto una confessione sotto tortura
  • Sul suo caso diverse ong internazionali e associazioni in difesa dei diritti umani hanno attivato diverse campagne contro la sentenza di condanna a morte. Ma secondo il media iraniano, Isna, ripreso da diversi media arabi tra cui Arab News e Middle East Eye, verrà giustiziato entro il 21 maggio. Le Nazioni unite hanno criticato l’Iran per le condizioni di detenzione di Djalali che si trova in condizioni di salute precarie per via del regime di isolamento.
  • L'annuncio dell'esecuzione delle condanna a morte arriva nello stesso giorno della conclusione del processo a Stoccolma per Hamid Noury, ex funzionario della magistratura iraniana arrestato in Svezia nel 2019. Noury è accusato di crimini di guerra e abuso dei diritti umani per avere avuto un ruolo nell’uccisione di oltre cinquemila prigionieri politici in Iran nel 1988. Secondo la legge svedese, i tribunali possono processare cittadini svedesi e altri cittadini per crimini contro il diritto internazionale commessi all’estero. In segno di protesta, il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l'ambasciatore svedese a cui ha detto che le accuse della procura svedese sono «infondate e fabbricate».

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