«Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni... Ci sono state varie civiltà su quella striscia. Non è iniziato ora. È iniziato migliaia di anni fa e c'è sempre stata violenza associata a questo», ha detto Trump
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a discutere del futuro di Gaza e dei palestinesi dopo che nei giorni scorsi ha annunciato un piano per deportarli in Egitto e Giordania, per «ripulire» la Striscia. Una soluzione che aveva definito «temporanea» o «permanente».
Ai giornalisti oggi Trump ha detto: «Quando guardi la Striscia di Gaza, è un inferno da così tanti anni... Ci sono state varie civiltà su quella striscia. Non è iniziato ora. È iniziato migliaia di anni fa e c'è sempre stata violenza associata a questo. Potresti far vivere le persone in aree che sono molto più sicure e forse molto migliori e forse molto più comode».
Alla domanda se questa posizione significhi che non crede più in una soluzione a due stati, Trump ha evitato di rispondere, dicendo che discuterà la questione con il primo ministro Benjamin Netanyahu che sarà in visita alla Casa Bianca «in un futuro non troppo lontano». Il presidente Usa ha detto che discuterà del tema con l’Egitto, ma il presidente Abdel Fattah al Sisi ha già detto di non accettare i rifugiati palestinesi sul suo territorio.
PUNTI CHIAVE
09:05
Presto riaprirà il valico di Rafah
25 arresti in Cisgiordania
Almeno 25 persone sono state arrestate dalle forze israeliane in Cisgiordania, tra cui ex prigionieri, secondo una nota della Commissione per gli affari dei prigionieri e della Società dei prigionieri palestinesi, riportata dall'agenzia di stampa palestinese Wafa. Gli arresti sono avvenuti a Tulkarem, Hebron, Nablus, Ramallah, Betlemme e Gerusalemme, mentre l'esercito israeliano continua l'operazione militare, iniziata la settimana scorsa, a Jenin, roccaforte dei gruppi armati palestinesi in Cisgiordania, e a Tulkarem. La nota congiunta menziona anche la continua "distruzione" di case e infrastrutture durante i raid israeliani, nonché "campagne di interrogatori, molestie e intimidazioni".
Francia contraria alla deportazione di palestinesi dalla Striscia
La Francia contraria a ogni ipotesi di trasferimento forzato della popolazione di Gaza in Egitto o Giordania, come proposto dal presidente statunitense Donald Trump. "Qualsiasi spostamento forzato della popolazione di Gaza sarebbe inaccettabile", ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri francese alla richiesta di commentare le parole di Trump
Emergency apre una clinica a Gaza
Emergency ha aperto una nuova clinica nella Striscia di Gaza. Situata nella località di al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, all'interno della cosiddetta 'area umanitaria' definita dall'esercito israeliano a inizio conflitto, offre primo soccorso, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere a un bacino di diecimila persone. Lo afferma Emergency in una nota spiegando che, oltre all'attività nella nuova clinica, l'organizzaione continua a lavorare nell'ambulatorio medico di base dell'associazione Cfta (Creative & Free Thought Association) di al-Mawasi dove assiste tra i 100 e i 150 pazienti al giorno. ''La nostra clinica risponderà ai bisogni enormi della popolazione che vive in quest'area e che permangono nonostante la tregua - racconta Francesco Sacchi, capomissione Emergency a Gaza -. La costruzione della clinica ha dovuto fare i conti con i lunghi tempi della burocrazia e con l'enorme difficoltà di reperire materiali a causa della difficoltà a far entrare aiuti umanitari nella Striscia in questi mesi. Ora è aumentato l'ingresso degli aiuti ed è aumentata anche la disponibilità di beni di prima necessità. Tanti vogliono tornare nelle proprie case, nonostante si calcola che il 69% del totale degli edifici nella Striscia sia stato distrutto; il 92% sono abitazioni''. (segue) (Red-Est/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 28-GEN-25 13:10 NNNN
Khamenei: "La piccola Gaza ha messo in ginocchio il regime sionista"
"La piccola e limitata Gaza ha messo in ginocchio il regime sionista, armato fino ai denti e pienamente sostenuto dall'America". Lo ha dichiarato la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, riferendosi all'accordo tra Israele e Hamas sul cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi entrato in vigore nelle scorse settimane. Parlando nell'Imam Khomeini Hussainia davanti agli ambasciatori dei Paesi islamici in occasione dell'Eid al-Mab'ath, che celebra il giorno in cui il profeta Muhammad è stato scelto come messaggero di Dio, Khamenei è tornato ad attaccare gli Stati Uniti, definendoli "la perfetta descrizione di colonialismo e arroganza nel mondo di oggi" e sostenendo che siano "sotto l'influenza delle principali potenze finanziarie mondiali". La Guida ha poi avvertito il governo di Teheran sul fatto che "dietro i sorrisi" dei funzionari americani si nasconde la loro "natura malvagia, l'inimicizia e i rancori radicati verso la Repubblica islamica", esortando le autorità iraniane ad essere "vigili, ad aprire gli occhi su questi fatti e a stare attenti con chi abbiamo a che fare e con chi parliamo".
Qatar: la seconda fase della tregua inizia il 3 febbraio
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar Majed Al Ansari ha spiegato che "la seconda fase dei negoziati inizierà il 16° giorno dell'accordo di cessate il fuoco", ovvero il 3 febbraio. Gli osservatori del cessate il fuoco di Gaza non hanno registrato alcuna violazione reale dell'accordo dal 19 gennaio, ha aggiunto il portavoce
Israele vieta ai libanesi di tornare nel sud del paese
Israele ha nuovamente avvertito i civili libanesi di non tornare nei villaggi lungo il confine meridionale". "L'Idf si è recentemente ridistribuito in varie localita' del Libano meridionale, in base all'accordo di cessate il fuoco, per consentire gradualmente l'efficace dispiegamento dell'esercito libanese e smantellare e rimuovere il gruppo terroristico Hezbollah dal Libano meridionale", ha scritto su X il colonnello Avichay Adraee, portavoce in lingua araba delle forze arnate israeliane, "il periodo dell'accordo è stato prorogato e le forze israeliane sono ancora schierate sul campo. Il processo di dispiegamento sta avvenendo gradualmente e in alcuni settori è stato posticipato e richiede più tempo per garantire che Hezbollah non possa ristabilirvi". Il portavoce dell'Idf ha aggiunto che l'esercito farà sapere quando sarà sicuro tornare ai villaggi di confine.
Continuano le operazioni a Jenin
''Due terroristi palestinesi sono stati uccisi e sei sono rimasti feriti'' nell'operazione 'Muro di Ferro' che le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno conducendo nella città di Jenin, in Cisgiordania. Sono le ultime notizie diffuse dalle Idf. Durante l'operazione, proseguono i militari israeliani, sono stati smantellati 20 ordigni esplosivi e sono stati arrestati quattro sospetti.
Rubio a colloquio con re Abdullah II di Giordania
Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha avuto un colloquio telefonico con il re giordano Abdullah II due giorni dopo che il presidente Usa Donald Trump ha parlato del possibile trasferimento di 1,5 milioni di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Giordania e all'Egitto. Lo rende noto il Dipartimento di Stato Usa. "Il segretario e re Abdullah hanno discusso dell'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, del rilascio degli ostaggi e della creazione di un percorso per la sicurezza e la stabilità nella regione", ha affermato il Dipartimento di Stato in una nota senza menzionare il piano di Trump. "Il segretario Rubio ha ringraziato la Giordania per aver sostenuto l'accordo di cessate il fuoco attraverso il suo ruolo fondamentale nel fornire assistenza umanitaria attraverso il Corridoio del Giordano", ha aggiunto il Dipartimento di Stato.
Hamas: il 90 per cento di chi torna a nord non ha casa
Circa il 90 per cento degli sfollati di Gaza che tornano nel nord della Striscia non ha una casa in cui stare, ha detto un funzionario di Hamas ai media del Qatar. In un'intervista con il canale Al Araby, il funzionario ha spiegato che i residenti sfollati devono camminare per più di otto chilometri su strade distrutte e che non ci sono risorse disponibili per accoglierli. "Sono arrivate solo 800 tende", ha detto la fonte, non identificata, chiedendo un'urgente ondata di assistenza umanitaria.
Presto riaprirà il valico di Rafah
Il valico di frontiera di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, sarà operativo a breve, una volta completati i preparativi necessari sul lato palestinese. Lo ha affermato il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, in un'intervista all'emittente "Al Qahera News". Abdelatty ha affermato che la creazione di uno Stato palestinese è l'unica garanzia per la sicurezza e la stabilita' sia di Israele che dei paesi limitrofi nella regione. "L'Egitto sta facendo tutto il possibile per facilitare l'ingresso di aiuti umanitari e sanitari nella Striscia, che vengono consegnati a un ritmo accelerato, superando l'obiettivo concordato di 600 camion al giorno", ha affermato Abdelatty. Gli aiuti stanno attualmente entrando attraverso il valico di Kerem Shalom e presto il valico di Rafah sarà operativo una volta completati i preparativi necessari sul lato palestinese, ha affermato. Il capo della diplomazia egiziana ha aggiunto: "Mentre l'Egitto è completamente pronto, la parte israeliana ha causato danni significativi a molte strutture sul lato palestinese del valico. Saranno presenti anche osservatori dell'Unione europea".
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