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Prima ancora che pandemia e guerra in Ucraina lo scalzassero nella gerarchia delle emergenze planetarie, il jihadismo appariva un fenomeno in declino.
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La fine dell’Isis come entità statuale territoriale e la morte del suo uomo simbolo, avvenuta qualche mese prima della comparsa del coronavirus, potevano infatti essere interpretati come l’esaurimento del ciclo di violenza esploso nel 2014.
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Tuttavia, l’arretramento dell’islamismo armato sulla scena globale è stato compensato dalla moltiplicazione dei fronti locali, secondo un’oscillazione che caratterizza il jihadismo contemporaneo sin dalla sua apparizione. Il testo fa parte del numero di Scenari: Guerra in cielo.
Prima ancora che pandemia e guerra in Ucraina lo scalzassero nella gerarchia delle emergenze planetarie, il jihadismo appariva un fenomeno in declino. La fine dell’Isis come entità statuale territoriale e la morte del suo uomo simbolo, avvenuta qualche mese prima della comparsa del coronavirus, potevano infatti essere interpretati come l’esaurimento del ciclo di violenza esploso nel 2014. Tuttavia, l’arretramento dell’islamismo armato sulla scena globale è stato compensato dalla moltiplicazione



