La città ucraina è stata colpita nella notte da un violento attacco russo che ha causato almeno 51 feriti, tra cui due ragazze adolescenti
La città di Kharkiv, nel nord-est dell’Ucraina, è stata colpita nella notte da un violento attacco russo che ha causato almeno 51 feriti, tra cui due ragazze adolescenti. A denunciarlo è l’ufficio del procuratore regionale, citato da diversi media ucraini, che accusa Mosca di aver fatto uso di bombe termobariche, armi devastanti «che violano il diritto internazionale» capaci di generare un’onda d’urto a temperature elevatissime.
Secondo quanto riportato dal sito ucraino Suspilne, le esplosioni sono state almeno sette e hanno interessato diverse aree della città, provocando incendi diffusi. Le autorità locali sospettano che siano stati impiegati almeno 15 droni, probabilmente armati con questo tipo di ordigno non convenzionale.
L’attacco ha rinnovato le preoccupazioni internazionali sull’escalation del conflitto e sull’uso di armi che, pur non esplicitamente vietate, sono altamente controverse per i loro effetti indiscriminati su civili e infrastrutture urbane.
Zelensky: «Trump aperto a un cessate il fuoco»
In una conferenza stampa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato il suo recente incontro con Donald Trump, avvenuto il 26 aprile in Vaticano durante i funerali di papa Francesco. Zelensky ha definito il colloquio «il più breve, ma anche il più produttivo» tra i due leader, riferendo di aver sollecitato l’ex presidente americano a rilanciare la sua proposta originaria di un cessate il fuoco incondizionato come base per nuovi negoziati. Kiev sostiene questa ipotesi, ma Mosca l’ha finora respinta.
Mosca: nuove minacce da Medvedev
Sul fronte opposto, continua la tensione verbale. Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha attaccato duramente Zelensky dopo che il leader ucraino ha dichiarato che Kiev «non può garantire» la sicurezza dei leader internazionali eventualmente presenti a Mosca il prossimo 9 maggio, in occasione del Giorno della Vittoria. «Ma chi gliele ha chieste? È solo una provocazione verbale». L’ex presidente russo ha poi aggiunto: «Nel caso di una vera provocazione ucraina a Mosca, nessuno può garantire che Kiev vedrà mai il 10 maggio», un’allusione minacciosa a possibili attacchi di rappresaglia contro la capitale ucraina.
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