«Una conferenza con oltre 150 leader mondiali per riflettere su come affrontare le sfide del 2021». Con queste parole si presenta al pubblico FII NeoRenaissance, la conferenza organizzata dal FII Institute, l’organismo controllato dal fondo sovrano saudita, il Saudi public investment Fund (Pif), a cui il leader di Italia viva Matteo Renzi avrebbe dovuto presenziare fisicamente se Giuseppe Conte non si fosse dimesso da premier. 

L’evento rientra nel tentativo del regime guidato dal principe ereditero, Mohammed bin Salman, di accreditarsi a livello nazionale. Accusato di violare i diritti umani in patria e all’estero (dall’omicidio Kashoggi alla condizione delle donne fino alla guerra in Yemen), il governo saudita ha deciso di riformare l’economia del paese abbandonando il petrolio e puntando sull’energie rinnovabili. 

Da Trump alla Ferrari

Il leader di Italia viva non è l’unico politico di peso ad avere deciso di partecipare all’evento. C’è anche Jason D. Greenblatt, il consigliere dell’ex presidente americano Donald Trump. Greenblatt si definisce il «primo architetto del disegno di pace di Trump». Non certo un collega di conferenza ideale per Renzi che in questi giorni ha criticato duramente le azioni dell’ex presidente repubblicano e ha vantato la sua vicinanza al successore di Trump, Joe Biden.

Il senatore Renzi non sarà l’unico italiano a tenere un discorso alla conferenza. Anche Marco Alverà amministratore delegato di Snam ha accettato l’invito.

Tra gli altri presenti all’evento ci sarà Lord Grimstone of Boscobel, ministro degli Investimenti britannici per il dipartimento del mercato internazionale. Un altro settore su cui l’Arabia Saudita, venendo accusata di sportwashing, ha recentemente deciso di puntare è la Formula Uno.

Ecco spiegata la presenza a NeoRenaissance di una vecchia conoscenza italiana: il francese Jean Todt, ex amministratore delegato della Ferrari e ora presidente della Federazione internazionale dell’automobile.

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