Israele e Libano hanno raggiunto un accordo sulla delimitazione del confine marittimo che potrebbe aprire a nuove esplorazioni di petrolio e gas nel mar Mediterraneo orientale. L’intesa dovrebbe porre fine all’annosa disputa riguardante gli 860 chilometri quadrati di mare tra i giacimenti di Karish e Qana. 

L’intesa

Il compromesso, raggiunto anche grazie alla mediazione americana, porta a un epocale riavvicinamento diplomatico tra due nazioni che, formalmente, sono in guerra tra loro dal 2006.

La versione finale del testo è stata giudicata “soddisfacente” dal presidente della repubblica libanese, Michel Aoun, che ha parlato di «lunghe ore di trattative difficili e complesse». Il patto preserva i diritti del Libano sulle sue ricchezze naturali «in un momento importante per i libanesi». Una formula usata per far riferimento alla grave crisi economica ed energetica in atto nel paese, che verrebbe almeno in parte sanata dallo sfruttamento di nuove risorse. 

Yair Lapid ha invece definito “storico” l’accordo siglato. Il primo ministro israeliano ha giudicato i risultati delle trattative come “pienamente conformi” ai principi presentati da Israele in materia di sicurezza ed economia. L’intesa, ha aggiunto, «porterà miliardi nell’economia israeliana e garantirà stabilità al confine settentrionale». 

Situazioni interne

La firma arriverà con ogni probabilità entro fine mese. Il 31 ottobre scade infatti il mandato di Aoun in Libano e Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ha prontamente dichiarato che i poteri conferiti dal fascicolo all’attuale presidente decadranno alla fine del suo mandato. 

Mentre in Israele il 1° novembre si terranno le elezioni parlamentari, che potrebbero vedere non riconfermato l’attuale esecutivo. L’accordo potrebbe richiedere un passaggio alla Knesset, dove il governo Lapid si è dimesso dopo aver perso la maggioranza lo scorso luglio.

Il leader dell’opposizione, l’ex premier Benjamin Netanyahu, ha parlato di “resa storica” a Hezbollah e di “vendita per liquidazione” da parte di Lapid. «Per oltre un decennio il governo che ho guidato non si è piegato alle minacce di Nasrallah e non abbiamo avuto la guerra», ha aggiunto il leader del Likud, «in tre mesi Lapid si è arreso completamente a tutte le richieste di Hezbollah».

Reazioni 

Il presidente americano Joe Biden, che rivendica la paternità dell’accordo raggiunto, ha telefonato all’omologo libanese assicurando la vicinanza degli Stati Uniti nel raggiungimento della “stabilità”. Poi la chiamata con Lapid, ricordando il legame “forte e indissolubile” che li unisce.

Per l’Italia, la Farnesina ha fatto sapere che il passo avanti nelle relazioni tra Israele e Libano avrà importanti ricadute in termini di stabilità e prosperità regionali.

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