grandi ritorni

La ricetta Lula per riprendersi il Brasile è un inno a sé stesso

  • L’indice di rifiuto totale per Lula è inchiodato al 35 per cento, secondo i sondaggisti coloro che mai lo voterebbero, per ragione alcuna.
  • Lula non è un populista – lo ha dimostrato governando e i suoi programmi non hanno questa etichetta – e in fondo non è nemmeno socialista o troppo di sinistra.
  • Resta di una popolarità inaffondabile, alla base della quale c’è un’intelligenza politica fuori dal comune, e un marketing tutto suo, fusione tra i fatti della sua traiettoria umana e le tecniche di comunicazione più raffinate.

Sono passati vent’anni da quando ha conquistato la presidenza per la prima volta, e ben 33 dal suo primo tentativo, nel lontano 1989. La barba nera, gli occhi arrabbiati e la voce roca da comizio metalmeccanico facevano paura a un paese uscito da una sonnolente dittatura: all’epoca la tv era tutto e venne facile fermarlo con un trucco sporco. Ci pensò l’onnipotente rete Globo di Roberto Marinho, all’epoca il tycoon che faceva e disfaceva in Brasile, chiamando a testimoniare una donna che lui

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