Il duello a distanza tra Biden e Bibi forse sta per arrivare dopo cinque mesi di duelli a un chiarimento definitivo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu «sta facendo più male che bene a Israele» attraverso la sua condotta della guerra a Gaza, ha detto Joe Biden in una intervista rilasciata alla tv Msnbc. Parole dure che hanno chiarito come tra i due leader sia sempre più difficile il dialogo. «Netanyahu ha il diritto di difendere Israele e di continuare ad attaccare Hamas. Ma deve, deve, deve prestare maggiore attenzione alle vite innocenti perse a causa delle azioni intraprese», ha ammonito Biden che ha ripetuto per ben tre volte il verbo dovere.

Joe Biden poi ha fatto dichiarazioni apparentemente contradditorie sull'esistenza di una sua linea rossa per Netanyahu. Alla domanda se l'invasione di Rafah sia una linea rossa per il premier israeliano, il presidente ha risposto: «È una linea rossa, ma non abbandonerò Israele. La sua difesa è ancora cruciale. Quindi non c'è una linea rossa in base alla quale taglierò tutte le armi al punto che l'Iron Dome non li proteggerà».

Tuttavia Biden è stato fermo sul fatto che Netanyahu «deve prestare maggiore attenzione alle vite innocenti che vengono perse in conseguenza delle azioni intraprese» e che Israele «non può permettere che altri 30.000 palestinesi muoiano come conseguenza della caccia ad Hamas». Biden in effetti ha ribadito la politica della Casa Bianca sul tema ma nello stesso tempo ha fatto capire che il destino di Bibi potrebbe avere i giorni contati. Possibile?

Pronta la risposta del governo israeliano. Il presidente Usa Joe Biden «si sbaglia», ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista a Politico, in parte anticipata dai media israeliani. «Se intendeva dire che conduco una politica contro la maggioranza dell'opinione pubblica israeliana e ciò danneggia gli interessi di Israele, allora è sbagliato. Non è solo la mia politica privata, è della stragrande maggioranza degli israeliani». ribadendo l'opposizione a un controllo di Gaza da parte dell'Autorità nazionale palestinese.

La Casa Bianca

«Il presidente Biden ha avviato una manovra complicata: rompere con il primo ministro israeliano Netanyahu che conosce da 50 anni e la sua strategia di guerra a Gaza, pur restando fedele a Israele e alla sua lotta contro Hamas, che tiene ancora degli ostaggi» ha scritto su Axios il giornalista Barak Ravid, solitamente ben informato.

In sintesi Biden starebbe per scaricare il capo del governo, ma resterebbe fedele a un popolo. «Ho detto a Bibi: “Tu ed io avremo un incontro chiarificatore”», sono state le parole del presidente Usa al senatore Michael Bennet prima di rendersi conto che era stato registrato.

Insomma sempre più frustrata per il modo in cui Netanyahu sta gestendo il conflitto, l'amministrazione Biden starebbe verificando altre vie per far cadere il governo di estrema destra del premier israeliano. È quanto rivela il New York Magazine.

Nell'articolo, rilanciato da Times of Israele, viene citato un esperto Usa che spiega che la Casa Bianca considera che «Netanyahu si è messo da solo nell'angolo: non ha spazio di manovra, ci sta rovinando. La politica deve cambiare completamente e credo che il tempo a disposizione stia scadendo». Che fra i due leader ci siano posizioni divergenti è noto, ma ora sembra che la pazienza di Biden stia scadendo.

La nave Usa verso Gaza

Nel frattempo una nave militare degli Stati Uniti ha lasciato la base e il paese. È la General Frank S. Besson, partita poco più di un giorno dopo l'annuncio del presidente americano Joe Biden, «trasportando le prime attrezzature per allestire un molo temporaneo per consegnare forniture umanitarie vitali», si legge in un comunicato del Comando Centrale militare, Centcom.

Biden aveva detto in occasione del discorso sullo Stato dell'Unione, che stava ordinando ai militari di allestire una piattaforma al largo della costa per accogliere navi che trasportassero cibo, acqua, medicine e rifugi temporanei, perché Gaza non ha infrastrutture portuali funzionanti. La costruzione del molo e della strada rialzata che lo collega alla terraferma richiederà fino a 60 giorni e impiegherà circa 1.000 soldati statunitensi, ha spiegato nei giorni scorsi il portavoce del Pentagono Patrick Ryder.

Il Ramadan

Intanto migliaia di poliziotti sono stati dispiegati nelle strade della Città Vecchia di Gerusalemme, dove ogni giorno sono attese decine di migliaia di fedeli nel complesso della moschea di Al Aqsa, uno dei luoghi più sacri dell'Islam. L'area, considerata luogo sacro pure dagli ebrei che la conoscono come Monte del Tempio, è da tempo focolaio di disordini. L'incessante campagna di Israele a Gaza ha suscitato crescente allarme in tutto il mondo poiché il rischio di carestia minaccia di aggiungersi a un bilancio delle vittime che ha già superato, secondo gli ultimi dati del ministero della Salute di Hamas, le 31.000 persone.

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