A Kiev sono arrivati i leader europei della coalizione dei volonterosi per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e sostenere il paese in guerra contro la Russia.

Nella capitale sono giunti insieme il presidente francese Emmanuel Macron, il neocancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il suo omologo polacco Donald Tusk. Durante la visita si terrà il vertice della cosiddetta coalizione dei volenterosi al quale parteciperà collegata da remoto anche la premier Giorgia Meloni. L’obiettivo dei leader europei è ribadire il proprio sostegno a Kiev e spingere un cessate il fuoco incondizionato di almeno trenta giorni.

«Di ritorno a Kiev, il mio primo pensiero va agli ucraini. Da oltre tre anni resistete con coraggio ammirevole. Per la vostra terra. Per la vostra libertà. Per l'Europa. Perché sì, qui si gioca la sicurezza del nostro continente. Di fronte all'aggressione della Russia, la nostra risposta deve essere collettiva», ha detto Macron in un post su X.

Il presidente francese sostiene la proposta di tregua degli Stati Uniti per arrivare a «una pace giusta e duratura». «L'Ucraina l'ha accettata dall'11 marzo. La Russia tergiversa, pone condizioni, prende tempo e prosegue la guerra d'invasione. Se Mosca continuerà a ostacolare, noi rafforzeremo la pressione, come europei e in stretto coordinamento con gli Usa. Elogiamo l'appello del presidente Trump a fare questo passo». Nel frattempo per esercitare maggiori pressioni verso il Cremlino i leader Ue sono intenzionati ad inasprire le sanzioni economiche e commerciali e «continueranno gli aiuti massicci all'Ucraina», ha detto Merz.

«Penso che sia giunto il momento di sanzionare anche i consorzi del Nord Stream 2: l'era dei combustibili fossili russi in Europa deve finire», ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, durante il meeting.

La nota di Palazzo Chigi

La premier Giorgia Meloni ha partecipato alla riunione in videocollegamento, insieme ad altri leader europei. «La riunione ha permesso di rinnovare l’urgenza di un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni, rinnovando l’aspettativa che la Russia risponda positivamente all’appello fatto dal presidente Trump e dimostri concretamente, come già fatto dall’Ucraina, la volontà di costruire la pace», si legge in una nota di Palazzo Chigi. 

«Nel corso della discussione si è anche ribadita l’importanza del grande appuntamento a sostegno di Kiev che verrà ospitato dall’Italia a luglio con la conferenza a livello capi di stato e di governo per la ricostruzione dell’Ucraina».

La reazione del Cremlino

Alle pressioni di Bruxelles ha subito risposto il portavoce del Cremlino Dmistry Peskov: «Siamo ormai abituati alle sanzioni, possiamo già immaginare cosa faremo dopo che queste sanzioni saranno annunciate, come minimizzeremo le loro conseguenze». 

In un’intervista all’Abc, Peskov ha detto che Putin «sta facendo tutto il possibile per risolvere il conflitto in Ucraina con mezzi diplomatici e di pace ma in assenza di strumenti diplomatici e di pace a portata di mano siamo costretti a proseguire l'operazione militare». Il portavoce del Cremlino ha ribadito che la Russia non firmerà nessuna tregua se proseguirà l’invio di armi verso Kiev. Intanto il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva si è proposto come mediatori tra le parti, dopo che ieri ha partecipato alla parata del 9 maggio che si è tenuta a Mosca per al celebrazione dell’80esimo anniversario della sconfitta del nazismo.

Il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un ha intanto affermato che l’invio di truppe in Russia per sostenere la sua guerra contro l'Ucraina è stato un atto «giustificabile», un esercizio di diritti sovrani previsto da un accordo di difesa reciproca con Mosca.

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