Da quando è iniziata la guerra una serie di morti sospette hanno colpito manager e dirigenti di aziende russe, tutte attive nel settore energetico. Non sono gli oligarchi di primissimo piano, ma comunque profili di alto livello che hanno un peso di indirizzo nelle aziende che gestiscono.

Nella maggior parte dei casi si è parlato di suicidi, c’è chi avanza l’ipotesi che siano state le sanzioni occidentali a infliggere un duro colpo emotivo all’oligarchia russa. Ecco qui una lista di quello che sappiamo fino ad ora:

Vladislav Avayev

I corpi di Vladislav Avayev, 51 anni, sua moglie incinta Yelena, 47 anni, e la loro figlia Maria, 13 anni, sono stati trovati morti con ferite da arma da fuoco lunedì 18 aprile. A riportare la notizia sono stati i media statali russi.

La comunicazione ufficiale del dipartimento investigativo di Mosca dice che i corpi «sono stati scoperti da un parente, dopo aver appreso dall’autista e dalla badante di famiglia che non potevano rispondere al telefono ed entrare nell’appartamento, perché la porta era chiusa dall’interno».

Avayev è stato ex consigliere del Cremlino ed ex vicepresidente di Gazprombank, la terza banca più importante della Russia, legata al gigante del gas, prima di rassegnare improvvisamente le sue dimissioni. Secondo quanto riportato dagli inquirenti di Mosca l’ex funzionario avrebbe sparato alla moglie e alla figlia prima di suicidarsi. Nella sua casa sono state trovate tredici armi da fuoco oltre a quella che Avyev impugnava tra le sue mani.

Sergej Protosenya

Il 19 aprile a Lloret de Mar in Spagna è morto Sergei Protosenya, ex vice presidente del Consiglio di amministrazione di Novatek, azienda russa attiva nella distribuzione del gas. La dinamica è la stessa di quella di Avayev. Secondo una prima ricostruzione avrebbe ucciso sua moglie e sua figlia con un’ascia mentre dormivano, prima di essersi tolto la vita impiccandosi nel giardino di casa.

A trovare i cadaveri è stata la polizia spagnola dopo che il figlio di Protosenya li aveva chiamati dalla Francia dato che non riusciva a contattare la madre. La famiglia viveva in una residenza lussuosa sulla Costa Brava spagnola, anche se Protosenya si trovava spesso in Francia. Il manager russo aveva un patrimonio stimato di oltre 430 milioni di dollari.

La Novatek è la più grande azienda privata di produzione di gas naturale in Russia e vanta un’esperienza nel settore di oltre 25 anni.

Alexander Tulyakov

È stato il primo manager di alto profilo a morire da quando è iniziata la guerra. Alexander Tulyakov è stato trovato impiccato nel garage della sua abitazione in un sobborgo di Mosca.

Tulyakov lavorava a Gazprom da circa dieci anni occupandosi di sicurezza aziendale e risorse umane. A insospettire la sua morte è che, come riporta la Stampa in un articolo, la polizia locale è stata allontanata dalla scena del crimine da parte del servizio di sicurezza del colosso energetico russo. 

Vyacheslav Trubnikov

«Uomo di grande coraggio personale e di elevate qualità morali, Vyacheslav Trubnikov era un vero ufficiale e patriota, un professionista con una visione ampia e una conoscenza veramente enciclopedica. Dedito alla difesa degli interessi della Patria, ha sempre dimostrato resilienza e compostezza, ottenendo successo nelle attività operative e nel lavoro diplomatico, fornendo un esempio di servizio responsabile e fedele al paese, fissando standard elevati per sé stesso e mostrando un atteggiamento attento e gentile verso i suoi subordinati», con questo comunicato il Cremlino ha ricordato Vyacheslav Trubnikov, ex direttore dei servizi segreti esteri russi, è morto il 18 aprile 2022, all’età di 78 anni. Non ci sono ulteriori notizie sulla sua morte.

Mikhail Watford

Noto uomo di affari russo attivo nel settore energetico, Watford è stato trovato morto nel garage delle sua casa nel Regno Unito lo scorso 28 febbraio, quattro giorni dopo l’inizio della guerra. Sul caso sta indagando la polizia locale inglese.

Andrei Krukovski

Era il direttore del resort sciistico Krasnaya Polyana che appartiene a Gazprom. Kurovski è morto alla giovane età di 37 anni «cadendo da una scogliera» a Sochi, città nel sud della Russia. A nulla sono servite le cure mediche fornite dall’ospedale.

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