L’attesa per la ritorsione di Israele si allunga, e l’Aiea teme possano essere colpiti siti nucleari. Intanto, mentre continuano gli scontri a Gaza e in Cisgiordania, Teheran avverte Tel Aviv: «Non attacchi o risponderemo in pochi secondi». E minaccia: «Se attaccati siamo pronti a utilizzare un'arma mai utilizzata». Il gabinetto di guerra israeliano, convocato dopo gli attacchi iraniani di sabato scorso, ha deciso che ci sarà una ritorsione: «Sarà risposta dolorosa». Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, dopo aver condannato nuovamente l’attacco dell’Iran, augurandosi però che non ci sia nessuna escalation, ha detto che si valuterà di «inviare truppe se dovesse nascere uno Stato palestinese» Alla Biennale di Venezia il padiglione di Israele rimarrà chiuso «fino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi» nelle mani di Hamas. Negli Stati Uniti, invece, i democratici studiano il miglior modo per far passare i nuovi aiuti alla Camera.

PUNTI CHIAVE

14:57

L'Iran si dice pronto a usare «un'arma mai utilizzata», se Israele dovesse attaccare

10:45

 Tajani: «Pronti all'invio di truppe se nascesse lo Stato palestinese»«

09:52

L'Iran avverte Israele: «Se attaccati risponderemo in pochi secondi»

14:57

L'Iran si dice pronto a usare «un'arma mai utilizzata», se Israele dovesse attaccare

«I sionisti farebbero meglio a comportarsi razionalmente, perché se dovessero intraprendere un'azione militare contro Teheran in risposta all'attacco dell'Iran contro Israele, siamo pronti a usare un'arma che non abbiamo mai usato prima». Lo dichiara il portavoce della Commissione per la sicurezza nazionale del parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, citato dall'Irna. «Abbiamo piani per tutti gli scenari e agiremo con coraggio. Il nostro messaggio è la pace e allo stesso tempo la preparazione militare dell'Iran», ha aggiunto.

12:35

Nuovi bombardamenti israeliani a Nouseirat, colpita una moschea vicino a Jabalia

L'agenzia palestinese Wafa dà notizia di nuovi bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza: colpita una moschea a ovest del campo profughi di Jabalia, nel nord del territorio e il campo profughi di Nouseirat per il sesto giorno consecutivo. 

Il giornalista di Al Jazeera Moath al-Kahlout, che si trova nel campo profughi di Jabalia, riferisce che i bombardamenti israeliani sulla moschea hanno causato una vittima e hanno ferito altre undici persone. 

11:35

L'Oms chiede più farmaci per l'ospedale Ahli Arab

L'ospedale Ahli Arab nel nord della Striscia sta gestendo un numero di pazienti che va oltre le proprie possibilità e che necessitano cure urgenti salvavita. I letti ospedalieri non bastano e al loro posto sono usate le panche della chiesa. L'ospedale ha bisogno non solo di personale medico ma anche di medicinali. La maggior parte dei pazienti per poter essere curata ha bisogno di essere trasportata fuori dalla Striscia. 

 

10:55

Fonti Usa: la risposta israeliana sarà fuori dall'Iran

Quattro fonti americane hanno detto alla Nbc che la risposta di Israele potrebbe avvenire al di fuori del territorio iraniano: «Stimiamo che la risposta israeliana prenderà di mira le forze iraniane e i rami delle Guardie rivoluzionarie al di fuori dell'Iran»

10:45

 Tajani: «Pronti all'invio di truppe se nascesse lo Stato palestinese»«

«Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche», dichiara all'Ansa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Il governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l'invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri paesi». Tajani ha poi condannato nuovamente l'attacco dell'Iran, augurandosi però che non ci sia nessuna escalation. Israele dal punto di vista militare ha vinto, ha respinto l'offensiva ma ora dobbiamo impedire che il conflitto si allarghi sempre di più anche perché abbiamo tensione non solo a Gaza ma anche nel Mar Rosso», ha specificato. 

10:36

Sfollati palestinesi in viaggio verso il nord di Gaza

Migliaia di sfollati palestinesi che si erano rifugiati nel sud della Striscia si stanno dirigendo verso nord, nonostante l'esercito israeliano abbia smentito di aver autorizzato il rientro.

Migliaia di sfollati palestinesi che si erano rifugiati nel sud della Striscia si stanno dirigendo verso nord, nonostante l'esercito israeliano abbia smentito di aver autorizzato il rientro
10:29

Cos’è la Mead, l’alleanza nascosta con cui i paesi arabi hanno salvato Israele dagli attacchi iraniani

10:19

Il padiglione di Israele alla Biennale di Venezia rimarrà chiuso «fino alla liberazione degli ostaggi»

Il padiglione di Israele alla 60esima edizione della Biennale di Venezia, che sarebbe dovuta iniziare oggi, rimarrà chiuso «sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi» nelle mani di Hamas. L'annuncio è comparso questa mattina in un cartello esposto all'esterno del padiglione di Tel Aviv alla Biennale Arte. La decisione del curatore e dell'artista, Ruth Patir, non è quella di cancellare l'esibizione, spiega, «ma è una scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento».

Nelle scorse settimane la partecipazione israeliana all'esposizione era già diventata un caso, dopo che un appello sottoscritto da 20mila firmatari chiedeva di escludere Tel Aviv dalla partecipazione per via della campagna militare a Gaza. 

10:03

Il ministro degli Esteri israeliano Katz: «Il mondo deve sanzionare l'Iran»

Lettere inviate a 32 paesi dal ministro degli Esteri israeliano e leader centrista, Israel Katz, chiedendo ai partner di sanzionare ulteriormente la Repubblica islamica e dichiarare le Guardie della rivoluzione, i pasdaran, un'organizzazione terroristica. Lo scrive lo stesso capo della diplomazia israeliana su X, invitando i suoi omologhi a «frenare e indebolire l'Iran. L'Iran deve essere fermato adesso, prima che sia troppo tardi».

 

10:00

L’Iran ha offerto a Netanyahu una grande opportunità politica. Saprà sfruttarla?

09:52

L'Iran avverte Israele: «Se attaccati risponderemo in pochi secondi»

Continua il botta e risposta tra Teheran e Tel Aviv, dopo che il gabinetto di guerra israeliano di ieri ha deciso che l'attacco iraniano di sabato scorso non resterà senza conseguenze. «Gli israeliani non devono ripetere l'errore strategico dell'attacco al consolato, altrimenti l'Iran risponderà in pochi secondi», ha dichiarato il vice ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri. «Se qualcuno si muove oltre il suo limite, l'Iran gli taglierà le gambe con maggiore forza», ammonisce l'alto portavoce delle forze armate Abolfazl Shekarchi, come riporta Isna. «Consigliamo ai leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania di essere saggi, di non gettarsi nel fuoco ardente e di smettere di sostenere il regime declinante, terrorista e malvagio di Israele», ha concluso.

Un monito a Israele è arrivato anche dal presidente iraniano Ebrahim Raisi, durante una telefonata con l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani nella serata di ieri: «L'attacco dell'Iran, volto a punire l'aggressore Israele, ha avuto successo e ora annunciamo con decisione che qualsiasi mossa di ritorsione contro l'Iran riceverà una risposta orribile, diffusa e dolorosa».

08:55

Hamas disposta a rilasciare venti ostaggi per una tregua

Hamas è ora disposto a rilasciare solo circa 20 ostaggi che rientrano nelle categorie di donne e uomini sopra i 50 anni, in cambio di un cessate il fuoco temporaneo di 6 settimane. È quanto ha riferito un funzionario israeliano al Times of Israel. La proposta è in contrasto con quella avanzata dai mediatori del Qatar, egiziani e americani, che avrebbe previsto la liberazione di 40 ostaggi. «Sinwar non vuole un accordo» ha aggiunto il funzionario israeliano riferendosi al leader di Hamas, «non gli importa se gli abitanti di Gaza continueranno a soffrire nonostante la straordinaria flessibilità israeliana riguardo a tutte le richieste della proposta americana».

08:18

Israele ha rassicurato i paesi arabi alleati che non saranno coinvolti nella risposta

Israele ha rassicurato i Paesi arabi alleati nella regione - come Egitto, Giordania e Stati del Golfo - che la sua risposta all'attacco iraniano non li metterà in pericolo. E' quanto ha riferito l'emittente pubblica Kan, secondo la quale lo Stato ebraico ha fatto presente che la sua risposta, quando arriverà, sarà condotta in modo tale che la Repubblica islamica non potrà coinvolgerli. Ieri, Teheran ha minacciato un attacco più vasto e massiccio in caso di ritorsione per gli oltre 300 droni e missili lanciati sabato notte contro Israele.

07:30

A Gaza quattro morti in un raid israeliano

L'emittente araba Al Jazeera e l'agenzia di stampa palestinese Wafa riferiscono che quattro persone sono morte e diverse altre rimaste ferite in un attacco israeliano che ha colpito oggi una casa nel quartiere Tal as-Sultan della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime nell'enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 33.797 morti e 76.465 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas

07:21

L'Aiea teme che Israele attacchi siti nucleari

L'Aiea teme che Israele prenda di mira gli impianti nucleari iraniani. Teheran ha chiuso domenica i suoi impianti nucleari per «considerazioni di sicurezza», afferma il direttore generale dell'agenzia, Rafael Grossi. Lunedì, mentre riaprivano, ha tenuto lontani gli ispettori «finché non avremo la prova che la situazione è completamente calma» ha riportato il Times of Israel citando Reuters. «Riprenderemo domani» ha detto Grossi ai giornalisti a New York. «Ciò non ha avuto alcun impatto sulla nostra attività di ispezione». Alla domanda sulla possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, Grossi ha risposto che «c'è sempre preoccupazione per questa possibilità» e ha esortato alla «massima moderazione».

07:10

Stati Uniti, si va verso il voto separato sugli aiuti a Israele

Lo speaker repubblicano della Camera americana Mike Johnson ha annunciato ai suoi colleghi di partito che questa settimana tenterà di mettere ai voti quattro distinti progetti di legge, di cui tre per gli aiuti all'Ucraina, a Israele e a Taiwan. Lo riferiscono i media Usa. La Casa Bianca è contraria a separare i provvedimenti. Riserve anche dai leader del Senato, che ha già approvato un pacchetto unico.

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