- Le buone ragioni per mettere nello stesso sacco Giorgia Meloni e Marine Le Pen certamente non mancano.
- Chi però osserva la politica con occhio diverso, pensando che per comprenderla l’analisi dei fatti e la loro documentazione valgano più dei pur legittimi giudizi ideologici, fatica a sottoscrivere questa sommaria equiparazione di due personaggi che numerose differenze – di personalità, di strategie, di programmi, di convinzioni – tendono, al di là delle innegabili affinità, a tenere ben distinte.
- Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Ombre francesi”, in edicola e in digitale dal 9 dicembre.
Per chi le considera da avversario, le buone ragioni per mettere nello stesso sacco Giorgia Meloni e Marine Le Pen certamente non mancano: due donne dalla forte personalità che dirigono partiti la cui storia deriva, pur attraverso un lungo percorso che in entrambi i casi ha oltrepassato la boa del mezzo secolo, da una matrice neofascista, che non rifuggono dai toni gridati quando incontrano le platee dei simpatizzanti, che fanno dell’opposizione a quello che chiamano “il mondialismo” il proprio



