Dopo ore e ore di attesa e varie chiamate l’Italia ha finalmente inviato i soccorsi richiesti «con urgenza» dall’equipaggio della Sea Watch 3 in acque Sar maltesi.

A bordo infatti ci sono bambini gravemente ustionati, uno dei quali è stato dovuto essere completamente sedato a causa di un peggioramento delle sue condizioni nelle estenuanti ore di attesa. 

E seppure i soccorsi siano arrivati, questo ritardo segnala ancora una volta quanto il rimpallo di responsabilità tra Italia e Malta continui a essere un rischio per i migranti che vengono salvati in mare o che decidono di partire in cerca di una vita migliore.

Il salvataggio

Va avanti da giovedì sera 29 luglio l’intervento di salvataggio a opera della Sea Watch 3, la nave dell’ong tedesca che in acque Sar maltesi è riuscita a portare in salvo oltre 30 persone.

Le richieste d’aiuto sono state lanciate fin da subito, ma non hanno avuto alcun riscontro. Un primo tentativo, caduto nel vuoto, è stato fatto con le autorità maltesi. Il secondo con l'Italia, a cui l’ong ha chiesto un'evacuazione medica urgente per sei persone che versavano in condizioni critiche insieme ai loro familiari. Molti dei pazienti che necessitano dell’intervento medico sono minori.

La prima richiesta di aiuto è stata avanzata a Medevac ( il meccanismo di soccorso che presta cure urgenti in mare) intorno alle 13. Ma la conferma è arrivata solo molte ore dopo, alle 17.30,  dopo che le condizioni di un bambino di 12 anni sono peggiorate. Sia lui sia suo padre presentano un trauma da inalazione e intossicazione da fumo.

Oltre a lui, a bordo ci sarebbero altri tre bambini e i loro papà, tutti con ustioni gravi al corpo, a seguito probabilmente di un incendio scoppiato a bordo dell'imbarcazione sulla quale si trovavano prima di salire sulla Sea Watch 3. Altre due persone sono pazienti diabetici, mentre una terza è attualmente priva di conoscenza.

Come denuncia l’equipaggio dell’ong tedesca, neanche questa volta la guardia costiera libica è intervenuta in aiuto dei migranti in difficolta. Peggio, dicono dall’organizzazione, due motovedette donate alla Libia dall’Italia, si sarebbero avvicinate a poche miglia della Sea Watch rimanendo a guardare. Anche un drone dell’agenzia europea Frontex ha sorvolato l’area poco prima senza fare nulla.

La ricostruzione

Ieri sera, verso le 21:00, Sea-Watch 3 è intervenuta in soccorso di un barchino in difficoltà in acque Sar maltesi. Un drone dell'agenzia europea delle frontiere, Frontex, orbitava sulla posizione alcune ore prima (per la precisione alle 15:51), mentre, sul posto, diverse persone si erano buttate in acqua nel tentativo di sfuggire all'intercettazione da parte di una motovedetta della guardia costiera libica probabilmente intervenuta con la facilitazione di Frontex.

Adrian Pourviseh/SeaWatch

In acqua c’erano fra le 10 e le 15 persone, tutte portate in salvo a bordo della nave di proprietà dell’ong tedesca, insieme a quelle che si trovavano sul barchino. In totale sono state recuperate 33 persone, fra cui sette donne e dodici minori, di cui nove non accompagnati.

Una parte delle persone soccorse dalla Sea-Watch 3 si trovava già a bordo della motovedetta ed era stata illegalmente intercettata precedentemente. La motovedetta libica 656 Classe Bigliani, donata ai libici dall'Italia, si è allontanata dalla scena con a bordo alcune delle persone catturate.

Le persone soccorse dalla Sea-Watch 3 sostengono che circa dieci migranti siano rimasti a bordo della motovedetta dei guardiacoste libici. Inutili i tentativi dell’equipaggio dell’ong di farseli consegnare.

Qualche ora dopo, alle 06:30, Sea-Watch 3 è intervenuta in soccorso di un altro barchino con a bordo 64 persone, fra cui 27 minori non accompagnati. Durante le operazioni di soccorso una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica, in seguito identificata come la 648, anche questa donata a Tripoli dall’Italia, la stessa che lo scorso 30 giugno ha speronato una nave carica di migranti nel tentativo di affondarla, si è avvicinata a tutta velocità rimanendo poi a 2 miglia nautiche dalla scena a osservare. L’equipaggio della Sea-Watch ha provato a instaurare un contatto radio, ma la cosiddetta guardia costiera libica non ha risposto. Alle 7:07 tutte le persone sono a bordo della SW3.

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