Seabird, il mezzo aereo della ong tedesca Sea Watch che monitora la situazione nel Mediterraneo centrale, mercoledì 30 giugno ha ripreso il tentativo da parte della guardia costiera libica di colpire e speronare una barca con a bordo circa sessanta migranti.

È accaduto nella zona Sar, zona di ricerca e soccorso, di Malta. L’equipaggio della ong nel video chiede più volte alla motovedetta libica Ras Jadir, donata dall’Italia alla Libia nel maggio 2017, di interrompere i tentativi di attacco, durati circa 90 minuti.

Sea Watch, in un tweet, ha riferito che «le 63 persone a bordo sono riuscite a fuggire all'attacco della motovedetta Ras Jadir e ad arrivare a Lampedusa. La violenza a cui sono state sottoposte è inaccettabile e dimostra la necessità d'interrompere gli aiuti alla cosiddetta guardia costiera libica».

In molti denunciano le violazioni dei diritti umani perpetrate dalla guardia costiera libica, finanziata dall’Italia e dall’Europa. L’episodio è avvenuto a poche settimane dal voto sul decreto missioni con cui si deciderà se rinnovare o meno il finanziamento.

«Un atto di pirateria», così lo ha definito Nicola Fratoianni, deputato e segretario di Sinistra italiana.

Erasmo Palazzotto, deputato, ha denunciato il finanziamento alla cosiddetta guardia costiera libica finanziata dall’Europa e dall’Italia stessa.

La denuncia arriva anche da Pietro Bartolo, eurodeputato Partito democratico, medico di Lampedusa che per quasi trent’anni si è occupato dell’accoglienza sull’isola dei migranti.

© Riproduzione riservata