Una portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha comunicato che altri 83 migranti sono stati intercettati e riportati in Libia la notte del 4 gennaio. Il numero totale di persone riportate indietro in un solo giorno è stato quindi di oltre 160 persone che dovranno ora affrontare «gli abusi» che si verificano nei centri di detenzione libici dove, come raccontato da Domani, si verificano episodi di tortura che hanno visto anche il coinvolgimento di un personaggio con la pettorina delle Nazioni unite.

La Open Arms verso Porto Empedocle

L’Oim ha comunicato che otto migranti risultano attualmente dispersi in mare dopo essersi messi in viaggio per fuggire dalla Libia. In totale, almeno 340 migranti hanno tentato di fuggire dalla Libia tra il 2 e il 3 gennaio. Più di 260 di loro sono stati salvati da OpenArms. L’ong spagnola ha infatti soccorso 265 migranti che si trovavano a bordo di due barconi in difficoltà al largo delle coste libiche. In un primo sbarco sono state tratte in salvo 169 persone e in un secondo altre 96. Dopo aver chiesto di essere accolta in Italia, la ong spagnola ha annunciato di essersi diretta verso Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. A comunicare la notizia è stata la stessa Open Arms dicendo: «Il tempo è peggiorato, piove e fa freddo. Dopo il rifiuto di Malta, l’Italia assegna Porto Empedocle come porto di sbarco. Siamo felici per le persone a bordo, un pensiero va a chi questa notte affronterà il temporale su una barca alla deriva».

In un’intervista, l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo Centrale, Vincent Cochetel, ha lodato l’Italia per avere tenuto i porti aperti anche durante l’emergenza pandemica e ha chiesto all’Europa di essere più presente nella zona. Secondo, l’Oim tra gennaio e novembre 2020 sono morte 900 persone nel corso delle traversate nel Mediterraneo Centrale. Una delle vittime è il piccolo Joseph, bimbo di sei mesi, morto a novembre a causa di un naufragio verificatosi al largo di Sabrata. 

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