discriminazioni linguistiche

Tra lui e lei, meglio loro. La Bbc cade nella trappola del misgendering

  • Un reportage sui conflitti culturali e sessuali nella comunità Lgbt britannica espone l’emittente di stato a una vasta ondata di critiche per l’uso del pronome attribuito a una trans accusata di stupro: "loro" anziché "lei". Intorno al pronome si è scatenato un aspro dibattito redazionale.
  • Per non compiere misgendering la redazione avrebbe dovuto correggere in “lei”, ma così avrebbe tradito l’autenticità della testimonianza. E così ha preferito rendere tutto in “loro”, attirando una valanga di critiche.
  • Tra malintesi e il rischio di subire l’accusa di essere terf, questa vicenda ci rende avvertiti delle trappole linguistiche cui ci si può esporre nel tentativo di maneggiare la complessità dei diversi orientamenti di genere.

La parola chiave è misgendering. Che sta a significare un atto linguistico discriminatorio sulla base dell’identità di genere, da cui deriva un’attribuzione diversa (femminile in luogo di maschile o viceversa) rispetto a quella che il soggetto etichettato percepisce di sé stesso, e che ha come referenti principali i soggetti transgender. Rispetto a essi, si ha misgendering quando si appella col pronome “lui” un soggetto che ha compiuto la transizione da maschile a femminile, e che per questo an

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