Dopo l’aborto e l’affermative action, ora nelle mire della Corte suprema Usa tocca all’amministrazione: ha troppo potere, va limitata. Ma è il modo migliore per permettere a qualsiasi giudice di ostacolare l’indirizzo politico del presidente
La battaglia politica, negli Stati Uniti, si combatte su un doppio livello. C’è quello di Trump, per intenderci: chiassoso, rissoso, popolare. E poi c’è quello della Corte suprema: sofisticato, accademico, elitario, ma forse più pericoloso, perché il presidente lo cambi ogni quattro anni, mentre i giudici stanno lì a vita. L’agenda politica della supermaggioranza della Corte – ben sei a tre – è quella che noi definiremmo, con tutte le cautele del caso, un’agenda di destra. Sicuramente un’agen



