La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi trasformata in una sagra del cliché. I produttori del network televisivo sudcoreano Munhwa Broadcasting Corporation (MBC) pensavano di dare un'impronta originale all'atto inaugurale di Tokyo 2020+1. Invece è andata a finire che l'emittente ha dovuto presentare pubbliche scuse, dopo che il fatto si è trasformato in un caso internazionale. Troppo tardi. La figuraccia rimane, stigmatizzata dai media di tutto il mondo e dagli internauti. E nel frullatore finiscono anche Heo Il-hoo e Kim Cho-rong, i due popolari conduttori dell'emittente che adesso si porteranno questa macchia nel curriculum pagando colpe non soltanto loro.

Una carineria per tutti

Ma cosa ha combinato la produzione del network coreano nella serata di venerdì 23 luglio? L'idea era associare un'immagine tipica a ciascuna delle delegazioni nazionali che sfilavano sulla pista dello Stadio Olimpico di Tokyo. Una trovata di per sé nemmeno originale. Ma a fare la differenza sono state le scelte di editing. Molte delle quali perlomeno inappropriate, altre persino agghiaccianti.

Partiamo dal caso che ci riguarda: alla pattuglia italiana è stata associata l'immagine della pizza. Non originale né particolarmente piacevole. Ma visto il trattamento riservato a altri paesi possiamo dire che ci è andata di lusso. La lista è lunghissima e dalle testate internazionali ne è stata riportata soltanto una minima parte. Una panoramica completa è offerta da una pagina di Namu Wiki, la versione coreana di Wikipedia. E il panorama che ne sortisce è grottesco.

Continuiamo con la linea degli accostamenti culinari, cioè coi paesi che si soni visti riservare lo stesso trattamento assegnato all'Italia. Alla Norvegia è stato accostato il salmone, al Portogallo le pasteis de nata, al Messico i tacos, al Giappone il Sushi e alla Turchia il dondurma (tipico gelato locale). Ma questa è davvero la parte più veniale. Perché da qui in poi si va per gradi crescenti di raccapriccio.

La Romania si è vista accostare l'immagine di Dracula. Mentre sfilava la delegazione di Haiti è stata mostrata l'immagine di un incendio esploso durante le manifestazioni successive all'assassinio del presidente Jovenel Moise, cui ovviamente è stato fatto riferimento. Ma il punto più basso si è toccato quando è passata la delegazione dell'Ucraina, accompagnata da un'immagine della centrale nucleare di Chernobyl.

E ancora, si è avuta una straordinaria esibizione di imprecisioni e riferimenti inopportuni. Fra le prime: l'esibizione di una bandiera vecchia della Mauritania; gli Stati Federati della Micronesia piazzati nell'Atlantico anziché nel Pacifico; e, meraviglia delle meraviglie, un'immagine del cammino di Santiago di Compostela per indicare la capitale del Cile.

Per quanto riguarda i riferimenti inopportuni: l'accostamento fra la Sierra Leone e un'immagine di Leonardo Di Caprio in Diamanti di sangue; l'instabilità politica provocata dal colpo di stato militare nel caso del Myanmar; le situazioni di guerra civile relativamente a Libia, Somalia e Siria; la separazione dall'India nel 1947 causa conflitto religioso nel caso del Pakistan; l'essere state sito di test nucleari Usa nel caso delle Isole Marshall; la barriera di separazione da Israele nel caso della Palestina; un asino che trasporta un carico di papaveri nel caso dell'Afghanistan; i bitcoin nel caso di El Salvador (primo paese a adottare ufficialmente la criptovaluta); i danni all'agricoltura locale provocati dall'eruzione del vulcano Soufriére nel caso di St. Vincent e Grenadine; il conflitto di frontiera con l'Etiopia nel caso dell'Eritrea; e l'etichetta di “centro dell'Islam” per l'Iran. Va a finire che sono stati insolitamente gentili con la Svezia, menzionata per il suo sistema di welfare state. E come se tutto ciò non bastasse, fra le informazioni associate a ciascun paese è stata inserita anche quella sul tasso di vaccinazione anti-Covid.

Recidivi

Anche soltanto un quarto delle cose grottesche dette durante lo show sarebbe stato di troppo. Le scuse presentate dal network sarebbero appena un atto dovuto, che in nessun modo ripara alla malefatta. Ma approfondendo il tema attraverso il web sudcoreano si scopre che anche le scuse sono fuori luogo, inaccettabili. Perché dalla ricerca viene fuori che MBC è recidiva. Come informa il sito Donga.com, già in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008 (evidentemente sono i Giochi in Asia che eccitano le fantasie) la cerimonia era stata scandita da commenti inappropriati.

In quella circostanza era stato possibile udire le seguenti finezze: le Isole Cayman erano state presentate come un famoso paradiso fiscale per la creazione di fondi offshore; il Ciad come “cuore morto dell'Africa"; lo Zimbabwe come uno stato stroncato dall'inflazione; Kiribati come un'isola che sta affondando a causa del riscaldamento globale; e le Isole Vergini Britanniche come il luogo in cui si è sposato il fondatore di Google.

L'articolo riferisce che nei mesi successivi, a causa di quei commenti, MBC è stata sanzionata dalla Korea Standard Communications Commission con un'azione cautelare, indicata nel testo come una misura fra le più severe. Ma quella sanzione non ha impedito che il network ripetesse l'errore.

Protagonisti dell'hallyu

Va aggiunto che, quando si parla di MBC, si fa riferimento a una delle agenzie culturali nazionali che negli Anni Novanta hanno dato un impulso determinante a ciò che i cinesi hanno etichettato col termine hallyu, e che secondo una formula di stampo globale potremmo definire la “Korean Wave”.

Il riferimento è all'ascesa dell'industria culturale sudcoreana verso il rango di player globalmente rilevante, in una prima fase nell'area subcontinentale e poi verso gradi di divulgazione sempre più elevata. Dapprima la fiction, con serie tv e opere cinematografiche, poi la musica con la globalizzazione del K-pop, hanno portato la cultura popolare sud-coreana a rivaleggiare coi colossi cinesi e giapponesi e a proiettarsi verso i mercati europei e delle Americhe. Di questa ondata il network MBC è stato fra i protagonisti, tanto da indurre i suoi dirigenti a creare nei propri studi un parco tematico dell'hallyu. Che non è l'unico nel paese, ma comunque dà idea di quanto il network si senta protagonista della sprovincializzazione culturale sudcoreana. Magari hanno preso a supporre un po' troppo di se stessi. E quand'è così ci si mette un attimo a esagerare.

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