Derek Chauvin, ex agente di polizia giudicato colpevole della morte di George Floyd, è stato condannato a 22 anni e mezzo di carcere. Il giudice Peter A. Cahill ha spiegato a Chauvin che la decisione è fondata «sull’abuso della sua posizione di fiducia e di autorità, e sulla particolare crudeltà dimostrata», provata da un video in cui l’ex agente immobilizza Floyd con un ginocchio sul collo per 8 minuti e 46 secondi. Durante l’udienza, il fratello di Floyd, Terrence Floyd, aveva chiesto al giudice di condannare l’ex poliziotto a quarant’anni di carcere, mentre la pubblica accusa mirava a una condanna a trent’anni.

Chauvin ha preso parola solo al termine del processo, quando si è tolto la mascherina e, rivolgendosi verso la famiglia Floyd, ha presentato le sue condoglianze, senza però scusarsi. L’avvocato dell’ex agente, durante il processo, aveva descritto l’omicidio come un «errore fatto in buona fede». L’avvocato mirava a ottenere la libertà vigilata, per poi arrendersi e chiedere una sentenza leggera «basata sulla legge», ma la richiesta non è stata accolta dai giudici che gli hanno imposto il divieto a vita di possedere armi.

LA DECISIONE

«Dobbiamo riconoscere il dolore della famiglia Floyd, questa non è una sentenza nata sull'emozione, non sull'onda dell'opinione pubblica e non vuole essere un segnale, ma si fonda su fatti legali», ha dichiarato il giudice Cahill. «Dare ai cittadini “voce e rispetto” fa parte della missione del dipartimento di polizia di Minneapolis», si legge nel memorandum di ventidue pagine scritto dal giudice Cahill, che accompagna la sentenza. «Ma il signor Chauvin ha invece trattato il signor Floyd senza rispetto e gli ha negato la dignità propria di tutti gli esseri umani, dignità che avrebbe senza dubbio riconosciuto a un amico o a un vicino», continua il giudice.

I FAMILIARI

Fuori dal tribunale di Minneapolis, i manifestanti hanno esultato per la sentenza, accolta con slogan contro la violenza della polizia. Davanti al giudice il fratello di George Floyd hanno chiesto a Chauvin: «Perché? Cosa stavi pensando? Cosa ti passava per la testa quando avevi il ginocchio sul collo di mio fratello?». Mentre la figlia Gianna di sette anni, in un video proiettato durante il processo, ha detto che le manca il padre e che gli vuole bene. La sorella di Floyd ha affermato che la sentenza «dimostra che la brutalità della polizia viene finalmente presa seriamente».

Anche la madre dell’ex agente ha preso parola, sostenendo l’innocenza del figlio e affermando: «lo hanno descritto come aggressivo, incurante e razzista. Ma voglio dirvi che non è così: è una brava persona».

George Floyd aveva 48 anni. È stato ucciso il 25 maggio 2020, dopo essere stato fermato da agenti di polizia per un controllo. Durante il fermo, l’ex agente Derek Chauvin lo ha immobilizzato a terra con un ginocchio sul collo. Floyd ha ripetuto per almeno venti volte che non riusciva a respirare e prima di morire ha affermato «dite ai miei figli che li amo». Erano presenti anche gli agenti Tou Thao, Thomas Lane e J. Alexander Kueng.

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