Una nuova èra di «implacabile diplomazia»: è questa la promessa rivolta ieri al resto del mondo dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nel suo primo intervento di fronte all’Assemblea generale delle Nazioni unite. Il discorso arriva dopo una settimana calda sul fronte dei rapporti con gli alleati storici, in primis la Francia, che ha richiamato gli ambasciatori da Washington e Canberra per via della neonata alleanza strategica Aukus fra Usa, Regno Unito e Australia. «La nostra sicurezza, la nostra prosperità e le nostre stesse libertà sono interconnesse come mai prima d’ora», ha detto Biden.

Nell’intervento, il presidente ha cercato di rassicurare l’Unione europea, chiamandola «il nostro partner fondamentale nelle sfide sul clima e la sicurezza» e di riaffermare il ruolo globale degli Usa, promettendo aiuti contro la fame per 10 miliardi di dollari. Si è anche impegnato a raddoppiare gli sforzi economici degli Stati Uniti nei confronti dei paesi più poveri, per aiutarli a passare alla produzione di energia più pulita e a far fronte agli effetti «spietati» del cambiamento climatico: «Gli eventi meteorologici estremi che abbiamo visto in ogni parte del mondo rappresentano un codice rosso per l’umanità».

Dopo le parole di Guterres, che nel suo discorso di apertura aveva messo in guardia da un ritorno della Guerra fredda fra Cina e Stati Uniti, Biden ha assicurato di non aver intenzione di esacerbare la conflittualità con Pechino: «Non stiamo cercando un mondo diviso in rigidi blocchi», ha detto. Ha poi parlato dei rapporti con l’Iran, affermando che gli Usa sono pronti a tornare all’accordo sul nucleare, che Donald Trump aveva abbandonato.

E ha ribadito la volontà di impedire a Teheran di acquisire armi nucleari. Biden ha difeso la scelta del ritiro dall’Afghanistan: «Sono il primo presidente degli Stati Uniti a non essere in guerra negli ultimi vent’anni», ha ricordato. L’uso della forza «deve essere la nostra ultima risorsa, non la prima», ha aggiunto. Biden ha anche dedicato spazio alla lotta globale contro la pandemia: «Oggi le nostre principali preoccupazioni non si possono risolvere o anche solo affrontare con l’uso delle armi», ha detto, «bombe e proiettili non possono difendere dal Covid-19 o dalle sue future varianti».

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