La ong Open Arms ha comunicato di avere salvato 265 persone nelle ultime 48 ore. Grazie alla segnalazione di Alarm Phone, l’organizzazione è intervenuta per aiutare un’imbarcazione in difficoltà con a bordo 96 persone in prevalenza eritree che si trovavano al largo della città libica di Zuwarah da cui erano partite il 31 dicembre. Tra i soccorsi ci sono due donne e 17 minori sfiniti da due giorni passati senza acqua nè cibo e che presentano segni di denutrizione e ipotermia. Il personale medico in questo momento sta procedendo a verificarne le condizioni di salute. Il soccorso di Zuwarah si aggiunge al salvataggio delle 169 persone già presenti a bordo e soccorse mentre si trovavano a largo di Sabrata. La Ong ha ribadito la necessità che «l’assegnazione di un porto venga concessa senza ritardi in modo da garantire la tutela dei diritti e della salute dei naufraghi soccorsi così come stabilito dalle Convenzioni internazionali e dalla nostra Costituzione».

Le torture e la denuncia dell’Unhcr

La situazione dei migranti in Libia e più in generale nel Mediterraneo Centrale è un problema che dura quasi dieci e si è aggravata ulteriormente durante la pandemia in corso. Come raccontato dall’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo Centrale,  Vincent Cochetel, a causa del virus i migranti si sono trovati ai margini della società tacciati come portatori del virus e senza la possibilità di ricevere cure. Ma la situazione più grave è quella nei campi di detenzione libici dove i migranti sono stati torturati in diretta video di fronte ai loro genitori per convincere le famiglie a pagare i soldi per “il riscatto”. Domani ha inoltre raccontato come alcune vittime delle torture nei centri di detenzione abbiano detto di avere visto la presenza di un uomo con la pettorina delle Nazioni unite. La procura di Palermo si sarebbe già attivata per ottenere informazioni su questo personaggio e sul suo coinvolgimento.

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