Diversi governi autoritari hanno usato un software israeliano, venduto dalla Nso Group, per spiare i cellulari di giornalisti, attivisti e manager nel mondo. È quanto emerge dai leak di un'indagine condotta dal Washington Post e altre 16 testate internazionali, tra le quali il Guardian.

Il software, chiamato Pegasus, è nato per consentire ai governi di seguire terroristi e criminali. Tra i governi che l'hanno usato per spiare i giornalisti, stando a quanto scritto dal Wp, ci sarebbe anche ungherese guidato da Viktor Orban. Dalle carte emergerebbe, inoltre, che nel mirino siano finite anche persone vicine a Jamal Khashoggi, il reporter saudita del Wp, ucciso nel consolato di Istanbul nel 2018.

I governi che l’hanno utilizzato

Pegasus sarebbe stato usato dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti per prendere di mira i cellulari, non solo di giornalisti e attivisti, ma anche di persone loro vicine

Il governo ungherese di Viktor Orban, invece, avrebbe usato la tecnologia sviluppata da Nso, nell'ambito della sua guerra ai media, prendendo di mira i giornalisti investigativi ma anche il ristretto circolo di manager dei media indipendenti.

La lista dei cellulari segnalati dall'inchiesta su Pegasus include più di 50mila numeri, concentrati in paesi rinomati per la sorveglianza dei loro cittadini e clienti dell’azienda israeliana. Tuttavia, non è chiaro quanti siano stati quelli effettivamente spiati dai governi autoritari.

Nella lista, infatti, non compaiono i nomi dei responsabili di questa azione di spionaggio, né emerge il motivo per cui siano stati dati tali ordini.

Fra i numeri identificati finora dall'inchiesta ci sarebbero anche quelli di diversi capi di stato e premier. L’elenco, datato 2016, contiene i nomi di reporter di varie testate internazionali, fra le quali Cnn, New York Times, Wall Street Journal, Financial Times, Voice of America e Al Jazeera.

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