Oltre 110mila persone hanno manifestato nella capitale israeliana Tel Aviv per protestare contro il governo del primo ministro  Benjamin Netanyahu e il suo governo sostenuto dall’estrema destra religiosa. Da oltre due settimane i manifestanti protestano nelle principali città del paese. Quella di sabato sera è stata una delle manifestazioni più grandi dell’ultimo decennio nel paese.

Tra gli obiettivi principali dei manifestanti la riforma della giustizia accusata di minare lo stato di diritto e la separazione dei poteri. Se approvata, la riforma consentirà alla maggioranza parlamentare di ignorare con un voto a maggioranza le sentenze della Corte suprema. La riforma aumenterà anche il controllo politico sulla magistratura.

Secondo gli oppositori del governo, Netanyahu, che è sotto indagine per corruzione, ha messo sotto attacco i giudici per evitare di essere condannato al carcere. I manifestanti protestano anche contro la presenza al governo di partiti della destra religiosa apertamente omofobi e misogini e di ministri in passato condannati per dichiarazioni razziste e anti arabe.

Il governo in carica è il sesto esecutivo guidato da Netanyahu e conta su 64 seggi su 120 disponibili nella Knesset, il parlamento israeliano. I partiti che fanno parte della coalizione sono il Likud (partito di destra di Netanyahu), Shas e Ebraismo della Torah unito (conservatori e ultra-ortodossi), e Potere ebraico, Sionismo religioso e Noam appartenenti tutti e tre all’estrema destra.

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