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Militante giovanile del movimento Kach, nel 1995 Itamar Ben Gvir prometteva dopo un atto di vandalismo contro l’automobile dell’allora Primo Ministro Rabin che «sarebbe arrivato anche a lui».
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Da avvocato si è impegnato a difendere le frange più violente dei coloni israeliani, ed è stato condannato lui stesso per atti di razzismo e aggressioni.
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Con l’ultima campagna elettorale Ben Gvir ha rivisto le sue posizioni più estreme presentandosi come forza politica più moderata, ottenendo la benedizione (interessata) di Netanyahu.
«Credo che quando il primo ministro fa cose così gravi, allora sia legittimo fare cose gravi contro di lui», spiegava un giovane Itamar Ben Gvir davanti alle telecamere nel lontano 1995, dopo aver vandalizzato l’automobile dell’allora premier Yitzhak Rabin. Alludeva agli accordi di Oslo firmati con i palestinesi e osteggiati duramente dalle destre, dalle cui fila poco dopo sarebbe spuntato l’estremista Yigal Amir, assassino di Rabin nel novembre dello stesso anno. «Siamo arrivati fino alla sua



