Se dovesse cadere, diventerebbe il più grosso centro urbano a passare sotto il controllo di Mosca dalla conquista di Bakhmut nel 2023. Uno snodo logistico fondamentale per il controllo della regione
La resistenza a Pokrovsk, città-chiave per controllare il Donbas, sta cedendo e ai soldati ucraini non resta che la resa: questa è la versione di Mosca. Quella di Kiev riferisce esattamente il contrario: la controffensiva per impedire al nemico di avanzare e per stabilizzare tutta l'area è in corso.
Solo una cosa sembra senza dubbio certa mentre Russia e Ucraina si smentiscono a vicenda sull'operazione per la presa della città: nel giorno numero 1347 della guerra, l'area di Pokrovsk è il punto più rovente sulla mappa del conflitto.
L'esercito di Mosca ha circondato Pokrovsk con una manovra a tenaglia e il loro forcipe militare ora si stringe sempre di più; intense operazioni per la conquista dello snodo ferroviario e logistico fondamentale per il controllo dell'area vanno avanti ormai da settimane e le truppe russe sono già penetrate negli ultimi giorni con droni, con piccole unità di incursori che hanno raggiunto le retrovie e ora minacciano le linee di contatto.
I media statali russi, che già mandano in onda interviste alle mimetiche di Kiev catturate e fatte prigioniere, citando la loro Difesa nazionale, riferiscono della neutralizzazione di un'intera squadra delle forze speciali ucraine inviate nel tentativo di impedire l'assedio.
È una notizia che le autorità ucraine però smentiscono. Al momento gli scontri a fuoco, le imboscate e gli attacchi d'artiglieria imperversano: i russi sono nel sud della città, a nord rimangono gli ucraini.
La posta in gioco
La Federazione da oltre un anno cerca di prendere il controllo di Pokrovsk. Per impedirglielo, a dirigere le operazioni, è arrivato sul campo anche il capo dell'intelligence ucraina, Kirillo Budanov. Anche il comandante dell'esercito ucraino, il generale Oleksandr Syrskyi, ha dichiarato di essere stato nella zona: «Stiamo facendo tutto il possibile per mantenere la logistica», ha dichiarato, aggiungendo che «le unità nemiche stanno tentando di infiltrarsi nelle aree residenziali e di interrompere le nostre vie di rifornimento».
«Le truppe sono arrivate a bordo di elicotteri Black Hawk e hanno preso di mira aree che la Russia afferma di controllare», conferma il Kyiv Post, specificando che «l'obiettivo principale dell'operazione è riaprire le rotte logistiche critiche per l'approvvigionamento delle unità ucraine».
Si registra fuoco russo però anche contro Hryshyne, per tagliare le linee di rifornimento degli ucraini che rimangono in posizione per impedire l'avanzata russa nella città. Rimane alta la possibilità che queste siano le ultime ore in cui la bandiera ucraina sventola a Pokrovsk: se dovesse cadere, diventerebbe il più grosso centro urbano a passare sotto controllo di Mosca dalla conquista di Bakhmut avvenuta nel maggio 2023.
Situazione «molto difficile»
Il capo di stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, aveva già riferito domenica scorsa al presidente russo Putin che Pokrovsk era circondata, ma il presidente Zelensky, e altri alti funzionari militari, avevano smentito la notizia come “fantasia”.
Nessuno di loro però aveva nascosto che la situazione era, rimaneva e rimane «molto difficile».
Mosca, secondo il leader di Kiev, ha concentrato 170mila soldati nella regione per procedere con l'offensiva delle sue forze che avanzano infatti lungo diverse parti della linea del fronte. L'esercito russo sta tentando di accerchiare anche Kostiantynivka, oltre ai due più grandi centri ancora sotto controllo ucraino, Sloviansk e Kramatorsk. Ormai, nella regione, i soldati di Zelensky mantengono i loro anfibi solo su circa il 10% del territorio. Inoltre, le loro posizioni difensive necessitano di rinforzi urgenti.
Ci sono state anche nuove esplosioni alle centrale elettriche ucraine: a lanciare l'ultimo allarme è stato Rafael Mariano Grossi, direttore dell'Aiea (Agenzia internazionale energia atomica) che ha riferito di nuovi danni alle strutture elettriche che alimentano l'impianto nucleare di Zaporizhzhia, il più grande in Europa.
Ottobre nero
Non è terminato un mese semplice per l'Ucraina: anzi, forse è stato il più difficile di tutti, il più bersagliato di questa guerra. Nell'ottobre appena trascorso, la Russia ha colpito con più attacchi missilistici che in ogni altro mese dell'anno dall'inizio del 2023. Lo ha calcolato l'agenzia Afp che ha registrato 270 attacchi notturni, il 46% in più rispetto al mese precedente. Sempre ad ottobre, i russi hanno conquistato, secondo le analisi del sito di monitoraggio indipendente DeepState, 267 chilometri quadrati di territorio: una superficie di estensione pari è caduta nelle loro mani a settembre.
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