Un tribunale belga ha condannato il diplomatico iraniano, Assadollah Assadi, a vent’anni di carcere per avere progettato un attentato a Parigi nel 2018 in occasione di una manifestazione dell’opposizione iraniana a cui avrebbe partecipato anche Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York e oggi avvocato di Donald Trump. All’epoca della vicenda, il funzionario era in missione in Austria dove si sarebbe impadronito dell’esplosivo necessario per l’attacco per poi essere arrestato in Germania dove non godeva di immunità diplomatica.

Oltre a lui sono stati condannati tre cittadini con la doppia nazionalità iraniana e belga. Il tribunale ha inoltre revocato la loro cittadinanza belga. È la prima volta, dal 1979, anno della rivoluzione iraniana, che un tribunale europea condanna un diplomatico iraniano per questo tipo di reati. 

Che manifestazione era?

Il corteo preso di mira dal gruppo filogovernativo era una manifestazione organizzata dal National Council of Resistance of Iran, considerato la principale organizzazione nata con lo scopo di sovvertire il sistema teocratico iraniano al potere in Iran dal 1979.

Inizialmente il gruppo aveva anche assunto connotati violenti assassinando diversi funzionari governativi iraniani nel corso degli anni Ottanta, ma si è poi trasformato in una potente lobby volta comunque a minare la stabilità del regime degli ayatollah. Per queste ragioni, l’Iran ha inserito l’organizzazione nella lista dei gruppi terroristici. 

Una situazione internazionale complicata

La sentenza del tribunale belga arriva in un momento complicato dal punto di vista internazionale per l’Iran. A inizio gennaio il governo di Teheran ha annunciato di avere avviato il processo di arricchimento dell’uranio nel sito nucleare di Fordo scatenando l’ira della comunità internazionale e in particolare di Israele e Stati Uniti. Il presidente americano, Joe Biden, ha chiesto al governo di ritornare sui suoi passi in cambio del ritorno all’accordo sul nucleare del 2015 da cui l’ex presidente americano Donald Trump si era ritirando approvando nuove sanzioni contro l’Iran.

Il ministro degli Esteri iraniano ha però respinto la richiesta dicendo che prima di prendere una decisione del genere il paese vuole la rimozione delle sanzioni inflitte nel 2018 da Trump.

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