La teoria di QAnon continua a trovare nuovi seguaci non solo nei confini americani. Secondo i dati di Google le ricerche della parola QAnon sul motore di ricerca sono aumentate di dieci volte a luglio rispetto a quelle di gennaio. Anche l’Italia non è stata immune al nuovo virus cospirazionista con il formarsi di diversi gruppi social che aderiscono alla teoria del misterioso “Q”. Ma cosa dice davvero questa teoria e perché è diventata così importante tanto da allarmare giganti del web come Youtube, Twitter, Tiktok e Facebook che hanno imposto restrizioni sulle loro piattaforme per cercare di porre un freno al suo proselitismo?

Le origini

La teoria di QAnon nasce da un post pubblicato nel 2017 sulla piattaforma 4Chan da un autore anonimo firmato “Q”. Nel suo messaggio, “Q” diceva di essere un alto funzionario vicino all’amministrazione Trump e di essere in possesso della cosiddetta “autorizzazione Q” che permette di accedere a documenti riservati del governo statunitense.

In virtù dei documenti in suo possesso l’autore ha iniziato a far circolare dei messaggi criptici che suggeriscono l’esistenza di una lotta fra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e un gruppo di pedofili satanisti composto da membri dell’establishment politico democratico, dello spettacolo e del giornalismo. L’obiettivo finale dei seguaci è arrivare un giorno a una “resa dei conti” in cui i membri di questa cospirazione, fra cui figura anche l’ex candidata democratica alla presidenza statunitense, Hillary Clinton, verranno arrestati e condannati a morte.

I precedenti

La teoria di QAnon ha un illustre antenato. Si tratta del cosiddetto “Pizzagate” secondo cui un gruppo di potenti, anche questa volta capitanati da Hillary Clinton, avrebbero messo a punto un traffico di bambini con base nella pizzeria newyorkese, Comet. La teoria nasce dallo scambio di email pubblicato da Wikileaks nel 2016 fra l’allora capo della campagna elettorale di Hillary Clinton, Joe Podesta, e il proprietario della pizzeria, James Alefantis. La conversazione riguardava la possibilità che la pizzeria sponsorizzasse la campagna elettorale di Clinton, ma secondo gli adepti del “Pizzagate” proverebbe l’esistenza del gruppo.

Tra i seguaci c’è stato anche chi dalle parole è passato ai fatti. Si tratta di Edgar M. Welch che nel giugno 2016 ha fatto irruzione nella pizzeria armato con un fucile e minacciando un dipendente del locale prima di essere arrestato.

La teoria ha coinvolto recentemente anche diverse celebrità come Justin Bieber. Il cantante pop è considerato una vittima della cospirazione dopo essersi toccato il cappello che aveva in testa durante una diretta instagram in cui un follower aveva scritto un messaggio, che il cantante potrebbe non aver letto, in cui diceva: «Toccati il cappello se sei sopravvissuto agli abusi del pizzagate».

Non solo Stati Uniti

Se la crescita di QAnon negli Stati Uniti è ormai un dato assodato, anche se sono in molti a dubitare del suo reale peso nelle presidenziali americane, sono molti i paesi in cui la teoria del complotto sta trovando adepti.

In Europa il complotto si è infatti mischiato al negazionismo sul Covid-19 diventando popolare in diversi stati. 

In Germania alcuni seguaci hanno infatti organizzato ad agosto una manifestazione in cui hanno cercato di circondare la sede del parlamento tedesco portando con loro bandiere del secondo reich del 1918. La protesta era scaturita dall’imposizione delle misure di contenimento del virus accusate «di voler dividere il paese». Fra le varie teorie del complotto tedesche circola anche quella secondo cui Angela Merkel sarebbe in realtà la figlia del dittatore nazista, Adolf Hitelr.

Anche in Francia e Inghilterra le proteste negazioniste hanno trovato nella teoria di QAnon un alleato e ispiratore. In particolare i messaggi di “Q” sono stati ripresi dai gilet gialli francesi convinti che il presidente francese, Emmanuel Macron, faccia parte del complotto pedofilo-satanista, mentre nel Regno Unito secondo uno studio del gruppo antirazzista, Hope not Hate, un cittadino su quattro crede a teorie cospirazioniste legate a QAnon.

Anche in Italia la teoria cospirazionista ha fatto proseliti fra i negazionisti del virus. Come riportato da Domani, nella manifestazione contro le restrizioni imposte dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che venerdì sera ha causato scontri a Napoli c’erano anche i seguaci della teoria cospirazionista.

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