Il governo della premier britannica Liz Truss sembra avere le ore contate. Diversi esponenti del partito Conservatore chiedono a gran voce le sue dimissioni, mentre il governo continua a perdere pezzi.

Dopo l’addio del cancelliere dello scacchiere,  Kwasi Kwarteng, sotituito da Jeremy Hunt, la ministra dell’Interno Suella Braverman ha rassegnato le sue dimissioni a soli 43 giorni dal suo insediamento. 

Braverman ha dichiarato di essersi dimessa perché ha inviato un documento ufficiale del governo a un deputato e questa è stata «una violazione tecnica delle regole». Tuttavia, la sua lettera conteneva anche commenti taglienti sulla leadership di Truss: «Sono preoccupata per la direzione di questo governo. Non solo abbiamo infranto gli impegni chiave promessi ai nostri elettori, ma ho avuto serie preoccupazioni sull’impegno di questo governo a rispettare gli impegni del manifesto». Truss ha semplicemente risposto a Braverman accettando le sue dimissioni.

Il posto di Braverman sarà preso da Grant Shapps, considerato un moderato all’interno del partito. Tuttavia, appare sempre più evidente che Truss non ha più la fiducia dei suoi. In un articolo pubblicato sul Telegraph Lord David Frost, ex negoziatore di Boris Johnson per la Brexit, ha chiesto a Truss di dimettersi: «Truss non può restare in carica per una ragione molto ovvia: ha fatto una campagna contro le politiche che ora sta attuando». E non è l’unico. Sotto accusa c’è la linea politica poco chiara e contraddittoria di Truss. Emblematico il caso della riforma fiscale che, alla fine dei conti, non è più stata approvata.

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